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Cep - Una canzone per il sindaco

Non è solo la riapertura dell'ufficio postale a stare a cuore ai residenti nel quartiere genovese del Cep. Dopo l'operazione tartaruga, che ha di fatto consentito la riapertura della Posta (e ora l'on. Scandroglio annuncia che il giorno agognato potrebbe essere anticipato al 7 gennaio anziché il previsto 12), il Comitato di quartiere e il Circolo Pianacci tornano alla carica, ricordando di aver scritto al sindaco nell'agosto scorso senza ottenere risposta. E lo ricordano in musica, con questa versione ad hoc di "A te" di Jovanotti, dedicata a Marta Vincenzi...



Il Comune aveva replicato con l'assessore Francesco Scidone: «Non capisco perché gli esponenti del comitato di quartiere e dell'area Pianacci sostengano che l'amministrazione comunale non ha fatto nulla dopo le richieste avanzate in estate. Nei mesi scorsi sono state fatte molte riunioni per mettere a fuoco il problema e dopo la pausa natalizia si vedranno i risultati».

Scidone aveva annunciato un piano sicurezza con telecamere e presidio di polizia. Arriverà prima il posto pubblico di polizia. Sarà interforze, gestito insieme da polizia di Stato, carabinieri e polizia municipale. E sarà mobile. Su un camper, in modo da poter essere spostato a seconda delle necessità da una strada all'altra del quartiere, da via Novella a via 2 Dicembre. «Nelle zone in cui si deciderà ci sia necessità del presidio», commenta l'assessore alla città sicura del Comune di Genova, Francesco Scidone , che promette la materializzazione del posto di polizia itinerante entro la fine di gennaio o ai primi di febbraio se qualcosa dovesse andare storto.

«Sarà davvero un presidio stabile - spiega Scidone - nel senso che nasce ora, da una richiesta degli abitanti, e che sarà mantenuto nel tempo». Come dire che non dovrebbe ripetersi l'esperienza di piazzetta dei Greci, del presidio nato sotto il segno di tutte le forze di polizia, ma dopo qualche mese abbandonato alla sola gestione dei vigili urbani. Più problematica l'installazione delle telecamere. Due sole, «ma di ultima generazione» spiegano in questura dove sono già disponibili, ma ancora imballate negli scatoloni perché, nonostante una serie di riunioni fiume, gli abitanti dei palazzi sui quali dovrebbero essere collocate hanno sollevato problemi per le autorizzazioni delle antenne di trasmissione. Quali sono i luoghi in cui dovrebbero essere collocate? Per il momento la questura cerca di mantenere il segreto, ma gli unici luoghi in cui alla fine è possibile monitorare il Cep - un fortino da cui chi ha interesse riesce a scorgere molto per tempo l'arrivo delle volanti della polizia - sono via Cravasco, via Novella e via 2 Dicembre, la stessa strada in cui è l'ufficio postale rapinato.



LA LETTERA DEL CEP

Ill.mo Sindaco del Comune di Genova
Prof.ssa MARTA VINCENZI


Genova, 13 agosto 2008


Ill.mo Sindaco,

come sicuramente a Lei noto, il nostro quartiere sta cercando di acquisire, da alcuni anni a questa parte e grazie all'impegno di alcune associazioni e comitati territoriali, una nuova, positiva visibilità.

Il percorso non è semplice ma, per ottenere risultati concreti, è indispensabile che gli sforzi delle associazioni e dei comitati siano sostenuti sia dai "comuni" cittadini che dalla Civica Amministrazione.

Molti cittadini ricordano ancora quanto da Lei enunciato, in modo sicuramente convincente, una domenica mattina di alcuni mesi fa, nel nostro quartiere, durante la Sua campagna elettorale : " esaurito l'impegno dell'amministrazione precedente a sistemare, come era doveroso, il look del "cuore" della nostra città, è necessario trasferire energie ed impegno alla cura delle periferie."

Può anche darsi che l'impegno in tutti questi mesi sia stato profuso però, con tutta franchezza, noi non ce ne siamo accorti; ed è proprio questo il segnale che noi, oggi, vogliamo dare, prendendo spunto da uno dei tanti esempi che potremmo portare alla Sua attenzione : un furgone, bruciato in una notte d'agosto di dodici mesi fa, nonostante le continue sollecitazioni a più livelli (municipio, assessorati ecc) ed a dispetto di altrettante assicurazioni ottenute, è ancora lì, nel bel mezzo di uno dei parcheggi del quartiere, accanto ad una delle più frequentate fermate d'autobus, ad esibire da un lato un mirabile esempio di scarsa attenzione della Civica Amministrazione e dall'altro a fornire, giorno dopo giorno, nuove occasioni di pericolo per i tanti bambini e ragazzi del nostro quartiere.

Lei sicuramente conoscerà la "teoria della finestra rotta" ...

E' una teoria che mette in evidenza come l'ambiente fisico eserciti una certa pressione psicologica e sia in grado, quindi, di modificare comportamenti sociali.

E' nata nell'ambito della lotta alla microcriminalità americana, ma a nostro avviso la si può estendere ad altri ambiti, quali ad esempio il nostro. Gliela ricordiamo in breve : se un teppista rompe una finestra lanciandovi un sasso e non vi è nessuna autorità che la ripara, il teppista avrà l'impressione che lì la Legge non esista. E lui o qualche altro prima o poi ripeterà il gesto approfittando dell'impunità e della mancanza di autorità.

Quando questa cosa si socializza, la microcriminalità prolifica. Il quartiere si degrada, chi passa di lì ha la sensazione di incuria, di rovina, di "anarchia" (la finestra rotta rimane visibile a futura memoria).

Il segnale è che lì si può fare tutto. Se invece la finestra viene riparata "in breve tempo" da qualche autorità, che così fa sentire la sua presenza, il segnale sarà opposto: "Attenti, perché se vi becchiamo sono guai! Noi ci siamo e vigiliamo". Chi passa vede tutto in ordine. "Beh, che bel quartiere!". In questo modo i teppisti sono scoraggiati e la microcriminalità probabilmente non si esprimerà o diminuirà.

Come si osserva nel mondo, le zone dove la microcriminalità è più diffusa sono anche "brutte" da vedere e lasciate nell'incuria assoluta (l'immagine più appropriata è il mitico Bronx degli anni '50).

Ecco, in estrema sintesi, il furgone bruciato e così lasciato nel parcheggio è una delle tante "finestre rotte" del nostro quartiere. Siamo sicuri che anche Lei, come noi, abbia a cuore la crescita del nostro quartiere ed il desiderio che nessuno possa più pensare a noi come fossimo il Bronx della nostra città.

E' tempo, però, che queste certezze siano suffragate da atti concreti.

Un cordiale saluto

Nicolò Catania
(Presidente del Comitato di quartiere Ca' Nuova)

Carlo Besana
(Presidente Ass. "Consorzio Sportivo Pianacci" )

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