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Su grandi e piccole (ma care) opere, Burlando scrive a Prodi, anche noi

22.06.2007 – POLITICA&AFFARI ( 4° parte )
Su grandi e piccole (ma care) opere, Burlando scrive a Prodi, anche noi!

On. Presidente del Consiglio Prodi,
abbiamo appreso dalla stampa che Claudio Burlando le ha scritto una lettera per spiegare l’utilità e l’urgenza della TAV. Naturalmente a lui si sono associati subito Luigi Grillo, il senatore delle “scalate”, il neo Presidente della Provincia Alessandro Repetto e “la” sindaco del Conflitto di Interessi di Genova, Marta Vincenzi. Ora vorremmo metterla in guardia...

Non solo perché è stato già spiegato che quella grande opera è utile solo per i Lunardi, i Gavio, le cooperative rosse, e le ditte di mafia che, si sa, nelle grandi opere trovano sempre un posticino, e non invece allo sviluppo, e tanto meno all’ambiente. D’altronde anche il nuovo treno EuroStar che porta da Genova a Milano in 70 minuti, già ora, dimostra che il rapporto tempo/spazio si può risolvere senza TAV, magari facendo i raddoppi delle linee ferroviarie a binario unico che caratterizzano buona parte della Liguria e del Paese, quelli per cui avete fatto i tagli (per intenderci!). Le scriviamo per un’altra ragione. Infatti qualcuno, rispetto alla lettera di Burlando, potrebbe pensare: mi scrive un ingegnere come Claudio Burlando, che è una persona competente quindi bisogna considerare le sue osservazioni, le sue intuizioni e la sua capacità tecnico-amministrativa prestata all’interesse pubblico. Ma da attente valutazioni, nonché dichiarazioni dello stesso Claudio Burlando, fatte in tempo non sospetto, occorre, invece, stare molto attenti. Perché? Semplice, vediamo – ancora una volta – i fatti.

Claudio Burlando - in seguito CB – seguiva come Assessore all’Urbanistica (e Vice Sindaco) del Comune di Genova, la “partita” dei Parcheggi in Piazza della Vittoria. In merito a questo suo ruolo di Pubblico Amministratore si è evidenziato nella sentenza 107 del 1995 che:
- CB svolgeva le trattative, ad esempio, in ristoranti, infatti egli ha dichiarato che il 2.5.1991 organizzò una riunione al ristorante del WTC per il park di Piazza della Vittoria;
- CB prima delle trattative non si cura delle osservazioni ai progetti ed agli accordi sulle opere fatte dagli Uffici, non perché non le condividesse, ma perché non le conosceva, non le leggeva neppure;
- CB non ha l’abitudine di sollevare dubbi su modifiche alle bozze di accordi da parte delle controparti, perché non se ne accorge;
- CB nel corso delle trattative ha un atteggiamento che appare sintomatico di una inconsapevole disattenzione circa l’interesse pubblico che avrebbe dovuto essere perseguito;
- CB non si rende conto delle valutazioni errate implicite nell’indirizzo da lui dato alla trattativa, in riguardo sia alla sua mancanza di consapevolezza circa il fine urbanistico, sia la sua impreparazione a contrastare anche le pretese più ingiustificate del concessionario;
- CB dimostra scarsa preparazione nella trattativa, senza conoscere neppure in via approssimativa i termini economici delle questioni che pretende di decidere, con complessivamente atteggiamento remissivo nei confronti della controparte.
IL GIP nella sentenza afferma che “l’atto ha prodotto un danno al Comune dal momento che ha sottratto ad esso la disponibilità del parcheggio per sessanta anni, anziché per i trenta  originariamente previsti; un danno ulteriore deriva dalla mancata previsione di un canone per la concessione dei parcheggi a raso, mentre per l’area veniva corrisposto un canone all’ACI”, ma per Burlando “si osserva che non può ritenersi provato che fosse consapevole dello sviamento dell’interesse istituzionale delle scelte da lui compiute” … “ma, pur tenendo conto di tali obiettive difficoltà, sarebbe difficile giustificare l’atteggiamento remissivo tenuto dall’assessore (CB) nel corso delle trattative con la concessionaria posto che le condizioni esistenti non precludevano scelte complessivamente meno irragionevoli”… “soprattutto, visto che non risulta che la Sistemi Parcheggi abbia fatto valere nella rinegoziazione tale pretesa di compressione dei suoi interessi, non si comprende perché dovesse invece farsene carico l’assessore (CB)”. In conclusione, Claudio Burlando viene assolto perché il fatto non costituisce reato, affermando che tale assoluzione non esclude che i fatti a loro ascritti “possano essere valutati in altra sede”.

Claudio Burlando - in seguito CB – seguiva, come Vice Sindaco del Comune di Genova, la “partita” delle Combiane e, in esse, l’opera del Sottopasso, “operucola” costata al Comune più cara di circa l’80%. Una bazzecola, evidenziata da perizie tecniche che affermavano che: al metro cubo l’opera è costata 3,45 milioni di lire contro 1,67 di opere similari; con un dato finale di pagamento pari a 91,7 miliardi di lire contro un costo di 51,4, indicato come congruo (40,4 miliardi in più!!!). In merito a questo suo ruolo di Pubblico Amministratore, insieme all’assessore all’Urbanistica Arch. Vittorio Grattarola, si è evidenziato nella sentenza 81 del 1997 che:
- Claudio Burlando e Vittorio Grattarola non avevano capacità o competenza di apprezzare la congruità dei costi;
- Claudio Burlando e Vittorio Grattarola non conoscevano il reale costo dell’opera;
- Claudio Burlando non legge le relazioni tecniche prima degli incontri e quindi non è in grado di valutare se le maggiorazioni fossero più o meno congrue.
Anche in questo caso il GIP assolve Burlando e Grattarola per non aver commesso il fatto e perché il fatto non costituisce reato.

Ora con tali motivazioni e soprattutto con tali argomentazioni portate da Burlando (e nel secondo caso Grattarola), si può pensare che questi siano dei buoni “gestori della cosa pubblica”? Certamente no. Inoltre, il dubbio è: se un ingegnere ed un architetto non sono in grado di capire progetti di lavori, costi, valenza urbanistica, come mai hanno fatto e continuano a fare quel lavoro? Come mai la Giunta delegò proprio loro? E poi se i Tecnici del Comune dicevano che di quella “pratica” non volevano assolutamente sentirne parlare, perché a nessuno si sono drizzate le antenne? Burlando è divenuto poi Ministro dei Trasporti e della Navigazione (1996-1998) ed ha riorganizzato le Ferrovie, con la scorporazioni (Rete Treni Italia, Grandi Stazioni,…), e poi dal 1998 all’elezione a Presidente della Regione, è stato componente della Commissione “Bilancio” della Camera, mentre nel PDS/DS è stato nella segreteria nazionale dal 1994 al 1996 con D’Alema (responsabile Enti Locali) e dal 1998 al 2000 con Veltroni (responsabile “Economia”). Vittorio Grattarola ha progettato mezza Genova (e Liguria) con le Coop e le Amministrazioni “rosse”. Ma se non erano in gradi di capire? Qui qualcosa non torna! Erano sbagliate le sentenze o no?

Comunque, On. Prodi, tenga conto di quello che è stato accertato (anche con le dichiarazioni stesse di Burlando ai Giudici) sulle sue capacità e quindi lasci perdere la TAV , è un brutto affare!


Non ci credete a quello che abbiamo riportato? Fate voi la verifica. Ecco qui, le due sentenze emesse nel nome del popolo italiano.


Sentenza 107 del 15.03.1995

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Sentenza 81 del 12.02.1997

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Tags: appalti, Liguria, genova, claudio burlando, vittorio grattarola, cemento, grandi opere, concessioni, sentenze integrali

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