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CASA DELLA LEGALITA' E DELLA CULTURA - Onlus
Osservatorio sulla criminalità e le mafie | Osservatorio sui reati ambientali | Osservatorio su trasparenza e correttezza della P.A.

Facciamo il punto - La "Casa" diventa associazione

Comunicato Stampa

Facciamo il punto a 4 mesi
dall'inizio della "resistenza" alle pressioni delle mafie...


Premessa
La Casa della Legalità e della Cultura nata il 17 dicembre 2004, rivitalizzando gli spazi chiusi circa 5 anni prima della Società di Mutuo Soccorso Perugina, è stata oggetto nel settembre 2005 di pensanti aggressioni, minacce ed intimidazioni dagli ambienti legati a clan di Cosa Nostra.
A questi la Casa della Legalità ha risposto con una denuncia ed una campagna pubblica, attivando da subito, con la Fondazione Antonino Caponnetto ed in stretto raccordo con Don Luigi Ciotti, Rita Borsellino e Alfio Foti, tutte le iniziative di contrasto civile alle mafie.
E' stato attivato l'Osservatorio sulla Criminalità e le Mafie ed è stata avviata un'azione di informazione pubblica, sia con le iniziative presso la sede di Via Piombelli 15 sia con il sito internet www.genovaweb.org.
Grazie alla lettera aperta di sostegno di Elisabetta Caponnetto e Rita Borsellino, subito sottoscritta da diverse personalità locali e nazionali tra cui Adriano Sansa, Beppe Grillo, Dario Fo, Daniele Luttazzi, Paolo Rossi, Dori Ghezzi, Marco Paolini, Don Andrea Gallo, Paolo Flores d'Arcais, Alfredo Galasso, Salvatore Calleri, Diego Novelli, Elio Veltri.
La Casa della Legalità ha vinto il silenzio.
Ma purtroppo assistiamo alla lontananza dell'Arci locale, provinciale e regionale che purtroppo ha disertato ogni sorta di iniziativa sulla legalità e contro le mafie promosse dalla Casa della Legalità e dell'Osservatorio, chiedendoci per iscritto di non citare più l'Arci.
Le Istituzioni locali ci sono state per fortuna vicino con le presenze di Marta Vincenti europarlamentare, Mino Ronzitti Presidente del Consiglio Regionale della Liguria, Luca Borzani Assessore alla cultura del Comune di Genova, Angela Burlando ex Vice Questore e Responsabile Sicurezza del Consiglio Comunale, Fulvio Molfino presidente della Commissione Urbanistica del Consiglio Comunale, Giovanni Vesco Assessore regionale, Mauro Solari Assessore provinciale e Marina Dondero Assessore provinciale, Valter Seggi, Assessore comunale, Gianni Crivello ePascquale Costa della Circoscrizione Val Polcevera, che hanno tutti sottoscritto l'appello a sostegno della Casa della Legalità.
Alle nostre iniziative sono intervenuti Elisabetta Caponnetto, Salvatore Calleri, Alfredo Galasso, Elio Veltri, Gian Carlo Caselli, Livio Pepino, David Lane. Forte sostegno è venuto anche da Legambiente e dalla Ludoteca Labyrinth, dal Centro Sportivo Italiano che nazionalmente è parte di Libera, dal Val Polcevera Social Forum alla Sinistra Giovanile ed al Collettivo Stati di Allucinazione, dalla Comunità di San Benedetto e dalle comunità straniere del Cile e di Capoverde.

Il silenzio dell'Arci locale non è passato inosservato a chi interveniva.
Purtroppo l'intimidazione a non entrare in questi spazi è stata accolta dalla comunità della zona, infatti, ad ogni iniziativa partecipano poche persone e soprattutto non del quartiere.
Questa situazione di "deserto" quotidiano con le sole eccezioni delle iniziative ci ha imposto di chiedere pubblicamente aiuto, perchè diventava e diventa impossibile reggere alle pur poche spese per mantenere la struttura aperta.

La presenza delle mafie a Genova
Non è accettabile l'impostazione di "ignorare" le mafie presenti ed attive, radicate e ben inserite nella città di Genova ed in Liguria, limitandosi a denunciare e combattere le mafie che stanno al Sud. Ignorare queste presenze e queste attività significa essere o rendersi complici!
A Genova ed in Liguria, scorrendo documenti ufficiali pubblici di diversi organi dello Stato, risulta che da anni ed anni sono operanti sul territorio consistenti clan e famiglie di Cosa Nostra, 'Ndrangheta, Camorra, oltre alle mafie straniere come quella Nigeriana, Cinese, Russa, Slava, Albanese, Maghrebina, con un forte rapporto con i 'marsigliesi'.
Anche qui, come nel Mezzogiorno, hanno adottato la strategia di servirsi di esterni, riducendo al massimo le affiliazioni ci clan ed alle "famiglie", puntando su stranieri o su persone senza precedenti.
Le mafie non hanno mai, qui, scelto la strategia della visibilità e del controllo totale del territorio, limitandosi a scegliere, come in una sorta di equilibrio concordato, alcune zone della città, coordinandosi perfettamente e dividendosi i settori e cooperando in modo assoluto, tanto da arrivare a stringere patti di sangue attraverso matrimoni o altre cerimonie.
Questo quadro ha visto progredire l'azione di "insabbiamento" o ripulitura di molte "famiglie", che mescolatesi e inseritesi tra colletti bianchi, hanno saputo entrare e conquistare sacche di predominio -al limite del monopolio- nell'assegnazione degli appalti, da un lato, e la "libertà" di agire indisturbati nei settori delle estorsioni, dal pizzo all'usura, per arrivare ad un pesante condizionamento nel mondo del lavoro con la gestione del lavoro nero, con il caporalato, sia nei confronti di stranieri che di italiani.
Sono evidenti le infiltrazioni, sino all'assunzione di una sorta di gestione-coordinamento, nei settori della contraffazione e delle sofisticazioni alimentari, legate al commercio abusivo.
Anche il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti e psicotrope, lo sfruttamento della prostituzione, il gioco d'azzardo e le scommesse e gare clandestine, sono terreni in cui le mafie hanno ben saputo operare senza vedersi contrastate adeguatamente pur se, in questi casi, sottoposte a forte visibilità.
Il settore di infiltrazione "pubblica" nell'economia è quello dell'edilizia, dei rifiuti e del risanamento ambientale, attraverso cui vengono "ripuliti" i soldi sporchi che vengono quindi investiti in operazioni immobiliari e di riutilizzo di aree pubbliche e/o private.
Per quanto riguarda le mafia straniere, occorre distinguere tra quelle chiuse come la cinese e la nigeriana e quelle aperte.
Quella cinese è attiva nel settore commerciale, mentre quella nigeriana ha principalmente il controllo della prostituzione. Quella slava e albanese, come quella magrebina sono la "manovalanza" dei sodalizi criminali italiani per quanto riguarda i settori della droga, del lavoro nero, dell'immigrazione clandestina e del traffico d'armi. Quella russa ha come principale attività quella del riciclaggio attraverso operazioni immobiliari.

Il contrasto
Nella nostra città e regione, abbiamo strutture repressive preparate ed attente, dalla DDA alla DIA, ai nuclei dei ROS e dei NOE, ai settori specializzati della Finanza e della Polizia di Stato.
Sono stati molteplici i colpi inflitti alle organizzazioni criminali di stampo mafioso, arrivando a numerosi sequestri e confische di beni, anche nel cuore di zone pregiate, come il Centro Storico di Genova, la zone di Carignano, passando dal Tigullio sino al Golfo dei Poeti.
L'azione di contrasto alle organizzazioni mafiose ha dovuto fare i conti con pesanti tagli da parte dello Stato che riducono la possibilità di indagine e intervento. In parallelo siamo in presenza di una sorta di "omertà" diffusa che non porta a segnalazioni, denunce e richieste di aiuto agli organi preposti rendendo difficile e lungo, se non impossibile, l'azione repressiva.
Anche per questo come "Casa della Legalità" con l'Osservatorio abbiamo scelto di passare ogni sorta di informazione ai nuclei specializzati, perchè questi possano intervenire, garantendo al contempo un iniziale "anonimato" di quanti segnalano.
Su Genova, a seguito di questo lavoro, si sono evidenziate molte segnalazioni, tra cui quella di un testimone di giustizia, che dichiaratosi tale e fornendo alle autorità elementi utili, è ora in attesa delle decisioni della Commissione ministeriale. Questo è il primo caso nel nord Italia di un testimone di giustizia contro l'Ndrangheta, ed è un segnale che non resta isolato e che dimostra quanto sia possibile rompere il muro di silenzi che nasconde le attività ed i rapporti che caratterizzano la vita dei clan mafiosi.

Retroterra dell'omertà
La paura è senza dubbio il deterrente principale alla collaborazione contro le mafie. La scelta della convivenza, dell'ignorare la presenza criminale e dell'accettazione delle regole e delle richieste che pervengono dagli ambienti criminali sono un'altro e fondamentale tassello della situazione locale. A questi deve aggiugersi la scelta della connivenza e collaborazione, magari esterna, solo per non avere problemi, ma estremamente dannosa.
Il fatto che la maggior concentrazione di attività e radicamento delle mafie, principalmente Cosa Nostra e 'Ndrangheta, si sia evoluta nei decenni presso zone dove era stata più forte l'immigrazione dalle città calabresi e siciliane è il segnale che queste hanno potuto contare sulla cultura propensa alla convivenza, quando non alla connivenza, propria delle terre di origine.
E' mancata una spinta civile e culturale, capace di far sentire vicine le Istituzioni a quanti potevano, possono, o volevano e vogliono, denunciare e contrastare la presenza dei clan e delle famiglie mafiose. Facciamo alcuni esempi.
Quando nei mercati rionali si assiste alla libera attività, mai contrastata in via risolutiva, del commercio abusivo.
Quando in numerosi bar e circoli troviamo le famose macchinette mangiasoldi che anzichè premiare con buoni danno premi in denaro (ben prima che l'ultima legge finanziaria "legalizzasse" il gioco d'azzardo).
Quando vi sono ampie zone del territorio abbandonate, nel senso che nessuno dopo il tramonto trova occasioni di uscita e le strade, i giardini, le piazze diventano spazio libero per prostituzione, spaccio e combattimenti tra cani.
Quando vi sono ditte di famiglie indicate nelle relazioni della DIA come appartenenti alle organizzazioni criminali che stravincono appalti pubblici.
Quando organizzazioni sociali, che nazionalmente e nel sud sono tra le principali promotrici della lotta alle mafie, qui si limitano a parlare delle altre realtà e discutere di mafia solo in senso astratto e senza mai andare a indicare fatti, nomi, circostanze reali di questa nostra realtà.
Tutto questo non aiuta chi ha paura a vincerla e non sostengono chi contrasta, nelle Forze dell'Ordine come nella Magistratura e nella Società Civile, la presenza e attività mafiosa.

Nuovi rischi
Come ha denunciato con forza il nuovo Procuratore Nazionale Antimafia, Piero Grasso, speriamo arrivi a Genova entro breve tempo, le organizzazioni mafiose, principalmente le due più forti, 'Ndrangheta e Cosa Nostra, hanno potuto e possono radicarsi e ramificarsi in altre regioni grazie a collusioni, protezioni e patti con il mondo politico e imprenditoriale.
A questo dobbiamo essere consci non sarà facile dare soluzione, considerando che, come ha bene precisato Gian Carlo Caselli in numerosi interventi e nelle sue ultime pubblicazioni, si sta facendo largo nella magistratura, soprattutto quella più giovane e inesperta, la convinzione di accettare il nuovo "ordinamento della giustizia" che vuole pubblici ministeri e giudici allineati al potere, senza più inchieste scomode che vadano a intaccare i "colletti bianchi", i ricchi e potenti.
Inoltre la cultura dominante, figlia del consumismo sfrenato, intacca pesantemente le nuove generazioni e rende a parte di queste "accattivante" l'idea dei soldi facili, del successo e del potere anche a costo di rinunciare ad una coscienza civile ed un comportamento etico segnato dal rispetto per la dignità e libertà di ogni individuo.

Come intendiamo agire
Al silenzio si oppone la ferma e decisa azione civile e culturale che è propria dei cittadini liberi, come Casa della Legalità si è scelto di intensificare le iniziative pubbliche, di non nascondersi, di uscire normalmente, di continuare ad incontrare gli studenti delle scuole per parlare di legalità. Per parlare della mafia, della sua esistenza di come condizione le vite di chiunque certamente non parlando di un fatto specifico ma entrando in concreto nel quotidiano.
La "Casa della Legalità e della Cultura" da coordinamento di diverse realtà ha compiuto un salto di qualità, divenendo un'associazione senza alcun fine di lucro, per garantire una più ampia partecipazione civile oltre che a chi già si riconosce nella Fondazione Antonino Caponnetto, in Riferimenti - Coordinamento Nazionale Antimafia, in Libera contro le Mafie, in liberaMente, nel Centro Falcone-Borsellino e nella Rete del Bottone, anche a quanti proprio sulla base delle iniziative e attività svolte in questi mesi desidera dare il proprio supporto ed il proprio contributo.
Noi non siamo e non vogliamo essere "professionisti del sociale o della cultura", non siamo e non vogliamo essere degli eroi, o attaccarci medagliette e sigle tanto per avere un distintivo o per, peggio, accedere a finanziamenti per garantire stipendi.
Siamo persone semplici che da cittadini vogliono dare un contributo alla promozione della cultura della legalità e giustizia sociale, contro ogni cultura e pratica mafiosa.
Oltre all'attività dell'Osservatorio sulla Criminalità e le Mafie, abbiamo ritenuto essenziali tre altri filoni di azione:
- educazione-formazione alla legalità e per la lotta alle mafie, con le scuole, i comitati e le associazioni;
- promozione della cultura quale strumento di emancipazione individuale e costruzione di una coscienza civile e morale;
- promozione del tempo libero, del gioco, della musica e dello sport come strumenti di aggregazione sociale pulita contro ogni logica del "premio" e del business.
E' per queste ragioni che abbiamo ritenuto il CSI, Centro Sportivo Italiano, quale struttura idonea a cui aderire, per una reciproca collaborazione basata su una comune sensibilità.

I nostri progetti
Oltre a quelli già presentati grazie alla Fondazione Antonino Caponnetto ai sensi della legge regionale sulla Sicurezza, sono attività in rete con altre strutture e soggetti sociali e culturali del territorio, per la prevenzione ed il contrasto del disagio e della devianza minorile, oltre che per una diffusione a 360° della legalità e della giustizia sociale.
In questo stesso quadro si devono inserire i progetti fini sociali che, con la rete, abbiamo predisposto e stiamo predisponendo per l'utilizzo dei beni confiscati alle mafie nella nostra realtà.
In parallelo vengono promosse le attività di incontro con la città, sia presso la nostra sede sia presso le realtà che intendono invitarci per parlare delle mafie a Genova ed in Liguria.
Alla rete reale, si affianca poi la 'rete' di internet, quale strumento di informazione e approfondimento, ma anche per recepire e raccogliere segnalazioni e informazioni utili da fornire ai settori preposti dello Stato.
Abbiamo deciso di realizzare un progetto presso la nostra sede, ma possibile di riproposizione in altri luoghi, di proiezioni video "civilmente utili", come segnale evidente di contrasto alla censura imposta dal regime e per contrastare la logica dell'audience di cui le televisioni sono molto spesso prigioniere.

La sottoscrizione
Considerando la totale assenza di contributi pubblici, e la realtà quotidiana in cui l'intimidazione mafiosa a "non entrare", ci sta portando al collasso. Per questo chiediamo un sostegno a tutti i cittadini, anche alle Associazioni ed ai rappresentanti nelle Istituzioni locali, perchè diano un contributo per poter andare avanti.
Se oggi la "Casa della Legalità e della Cultura" con l'Osservatorio dovessero cedere, significherebbe che le organizzazioni criminali, in questa zona della città, sono più forti della cultura civile.
Per le sottoscrizioni: bonifico bancario sul conto della "Casa della Legalità e della Cultura"
Banco di Sardegna - Filiale I di Genova - conto n° 70032649 - ABI 01015 - CAB 01401 - CIN X

Perchè non possiamo cedere
Sconfiggere le mafie è un obiettivo imprescindibile per garantire dignità e libertà di ogni individuo. E' anche l'unica strada per liberare risorse e garantire uno sviluppo economico delle regioni e delle zone colpite e condizionate dalla presenza della mafia. Al sud come al nord, le intimidazioni ed estorsioni mafiose ed il loro farsi impresa con il riciclaggio del denaro sporco vizia e condiziona il mercato, piegando l'economia onesta e le imprese pulite. Colpire i legami di collusione, le complicità e le contiguità significa indebolire e togliere alimento alla forza delle mafie, permettendo di colpirle e sconfiggerle.

SUL SITO UFFICIALE WWW.GENOVAWEB.ORG GLI APPROFONDIMENTI E LE SCHEDE SPECIFICHE SULLA PRESENZA ED ATTIVITA’ MAFIOSA A GENOVA ED IN LIGURIA

Per lo Statuto e gli organi della Casa della Legalità nella sezione "Chi siamo"

 

 

 

Tags: 'ndrangheta, cosa nostra, Liguria, genova, casa della legalità, minacce, intimidazioni, denuncia, antimafia, omertà, informazione, associazione, onlus, sicurezza sociale, progetti, contrasto, osservatorio, 2014, 2016

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