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Disegno di Legge Lazzati

NOTA STAMPA del 25 marzo 2006

Ancora una volta insieme, oggi, Genova e Locri. L'occasione è la presentazione del disegno di legge del Centro Studi "Lazzati" portato avanti dal giudice Romano De Grazia. A Genova una Conferenza stampa in Piazza Petrella a Certosa questa mattina ed a Locri alle 17 presso il Palazzo Nieddu a cui intervengon: Pippo Calippo presidente di Confindustria Calabria, Romano De Grazia magistrato della Suprema Corte di Cassazione, Marco Vitale docente Università Statale di Milano e Rosanna Scopelliti studentessa, figlia del giudice Antonino Scopelliti assassinato dalla mafia, anche se salvato dall'ennesima anomalia italiana: la prescrizione...


Una proposta di legge che nel concreto può impedire alle mafie di fare campagna elettorale, influenzare il voto e scegliere i futuri amministratori locali, regionali e nazionali. Una legge indubbiamente particolare, "speciale", perchè siamo l'unico Paese al mondo dove esiste un potere mafioso che controlla intere regioni e si è radicato in buona parte del centro e del nord, tra cui - in particolare - la Liguria. Siamo l'unico Paese dove un sette volte capo del Governo e più volte ministro degli Esteri, Giulio Andreotti, è stato riconosciuto colpevole in via definitiva di associazione mafiosa.

La gestione degli appalti, la distorsione delle risorse finanziarie e dei servizi pubblici, il condizionamento dei settori di controllo di sicurezza e legalità soprattutto nei settori ambientale, commerciale e alimentare. La corruzione ed il riciclaggio dei soldi e delle facce.
Sono evidenti al sud del paese come al nord, a livello locale come nazionale, con parlamentari che approvano leggi di "favoreggiamento" alle organizzazioni criminali o che assegnano appalti.

Dando la nostra adesione, chiediamo anche noi, pubblicamente, a tutti i candidati al Parlamento, di ogni lista e schieramento, di schierarsi e prendere l'impegno, insieme all'abrogazione delle leggi vergogna e del nuovo Ordinamento giudiziario, di portare all'approvazione del parlamento il Disegno di Legge "Lazzati".

Chi si candida a rappresentante i cittadini, a fare per i prossimi 5 anni il "dipendente pubblico" deve dire cosa intende fare ai suoi "datori di lavoro", noi cittadini. Le risposte che perverranno saranno da noi pubblicate sul nostro sito: www.genovaweb.org, e chiediamo agli organi di stampa ed informazione di fare altrettanto.

A breve si svolgerà anche a Genova un incontro con il giudice De Grazia e Rosanna Scopelliti su questa importante, ma volutamente ignorato da tutto lo schieramento politico, questione.

Di seguito il testo della lettera di adesione e sostegno inviata agli amici di Locri per la loro manifestazione di oggi.

L'Ufficio di Presidenza

 



Genova, 25 marzo 2006


MESSAGGIO DI ADESIONE AL DISEGNO DI LEGGE DEL CENTRO STUDI LAZZATI  

Al Centro Studi “Lazzati”

 

Cari amici, cara Rosanna,

in questa giornata che chiude una settimana straordinaria per la memoria e l’impegno della lotta alle mafie e per la giustizia sociale, con le manifestazioni di Torino, Genova e Firenze, ci ritroviamo impegnati su medesimo obiettivo concreto, a Locri e a Genova.

            Non esiste alcun altro Paese, oltre al nostro, dove intere regioni sono sotto il controllo di organizzazioni mafiose che negano i diritti sanciti dallo Stato per elargirli come concessioni, in cambio di omertà e servizi illeciti. Una piaga che ha saputo espandersi, raggiungere buona parte del territorio nazionale e forti ramificazioni internazionali.

            Le mafie continuano ad uccidere, continuano ad agire ed operare condizionando la vita di milioni di persone, nel sud come nel nord. Condizionano l’economia e frenano lo sviluppo. Le organizzazioni mafiose hanno saputo infiltrarsi tra i colletti bianchi, in ampi settori imprenditoriali e pubblici. Ripuliscono denaro sporco e sottraggono risorse pubbliche.

Dopo la grande rivolta morale, quella fervente indignazione che chiedeva giustizia e impegno deciso per sconfiggere le mafie, seguita alla cosiddetta stagione stragista, abbiamo assistito al ritorno dell’arrendevolezza, del compromesso. Se da un lato la magistratura e le forze dell’ordine non cedevano, processando e condannando boss di primissimo piano, e confiscando beni alle mafie, dall’altro la classe dirigente del Paese ha rinunciato a considerare la lotta alle mafie come priorità nazionale, arrivando a isolare e attaccare i magistrati in prima linea e tagliando, anno dopo anno, i finanziamenti ai reparti investigativi.

Le amministrazioni pubbliche locali, al sud come al nord, continuano ad essere oggetto di condizionamento, collusione e  convivenza con le mafie. I settori degli appalti della sanità come per l’edilizia, dei lavori pubblici come per la gestione dei rifiuti e le bonifiche ambientali, sono quelli dove sono stati più evidenti episodi di corruzione e collusione. 

Tutto questo avviene dopo la stagione della “primavera siciliana” e dopo “mani pulite”, avviene come se la memoria fosse stata cancellata. E’ trasversale la responsabilità politica che ha cancellato nuovamente la questione morale, il rigore etico, dai valori cardine del buon governo.

            La mafia non ha colore politico, questa tratta con chi gestisce il potere. Chi si mostra disponibile è avvicinato, al sud come al nord. Questo ci dice la storia e la cronaca. La lotta alla mafia è svanita dalle priorità del Governo e nemmeno l’Opposizione la indica con chiarezza come irrinunciabile. Non se ne parla!

All’appello del Procuratore Nazionale Antimafia di non candidare persone sottoposte ad indagine e pregiudicati per non dare segnali di disponibilità e cedimento alle organizzazioni mafiose, la politica – tutta la politica da destra a sinistra – ha risposto con orticante arroganza: i candidati non li sceglie la magistratura.

La proposta di legge che state portando avanti, per impedire il perpetuarsi del condizionamento mafioso nella scelta dei candidati e degli amministratori locali come nazionali, non è solo condivisibile, ma urgente. Ed anche noi, nel prendere impegno a sostenerla, chiediamo pubblicamente a tutti i candidati di schierarsi e impegnarsi a sostenerla e portarla, finalmente, al voto ed all’approvazione del Parlamento. 

Nell'augurarVi un buon lavoro per l'iniziativa di oggi, Vi invitiamo ufficialmente a presentare con noi nella nostra sede la proposta che con coraggio e coerenza portate avanti da troppo tempo. A presto.

           
"Casa della Legalità - Osservatorio sulle Mafie" di Genova
l'Ufficio di Presidenza
Christian Abbondanza
SimonettaCastiglion
EnricoD'Agostino


PS
Nel chiedere ai candidati l'impegno a promuovere l'approvazione del Disegno di Legge"Lazzati", renderemo noto alla Conferenza stampa di questa mattina, che pubblicheremo le risposte dei candidati che ci giungeranno sul sito (www.genovaweb.org), in modo tale che i cittadini (datori di lavoro dei Parlamentari) possano sapere quali Candidati(dipendenti) hanno aderito alla proposta. Chiederemo agli organi di informazione di fare altrettanto.

 




ECCO LA PROPOSTA DI LEGGE (tre semplici chiari articoli)  
           
Art. 1.

1. All'articolo 5, terzo comma, della legge 27 dicembre 1956, n. 1423, sono aggiunte le seguenti parole: ";alle persone sottoposte a misure di prevenzione, il tribunale impone il divieto di svolgere propaganda elettorale in favore o in pregiudizio di candidati o di simboli, con qualsiasi mezzo, direttamente o indirettamente".


Art. 2.

1. All'articolo 9, comma 2, della legge 27 dicembre 1956, n. 1423, e successive modificazioni, dopo le parole: "o il divieto di soggiorno" sono inserite le seguenti: "o il divieto di propaganda elettorale".


Art. 3.

1. Il candidato che ha chiesto o in qualsiasi modo sollecitato propaganda elettorale in suo favore a persona sottoposta a misura di prevenzione è punito con la pena della reclusione da due a cinque anni.
2. Con la sentenza di condanna, per il reato di cui al comma 1, il tribunale dichiara il candidato ineleggibile per un tempo non inferiore a cinque anni e non superiore a dieci anni, e, se eletto, lo dichiara decaduto.
3. Il tribunale ordina, in ogni caso, la pubblicazione della sentenza di condanna ai sensi dell'articolo 36, commi secondo, terzo e quarto, del codice penale, e la trasmissione della stessa sentenza, passata in giudicato, al prefetto della provincia del luogo di residenza del candidato, per l'esecuzione del provvedimento dichiarativo di ineleggibilità o di decadenza.

 

 

Tags: casa della legalità, calabria, proposta di legge, lazzati, centro studi lazzati, misure di prevenzione, divieto campagna elettorale, romano de grazia

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