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Nessun incarico al mafioso Andreotti

Facciamo il punto
di Christian Abbondanza

Oggi, 27 aprile 2006, alle 18:40, abbiamo trasmesso l'appello con le adesioni giunte a Romano Prodi ed all'Unione, presso le sedi dei gruppi parlamentari, alle sedi delle direzioni dei partiti, alla sede dell'ufficio di Prodi ed al suo sito. Auspichiamo che la pensino diversamente da Anna Finocchiaro, ovvero che, una volta per tutte, la "politica" condanni moralmente Giulio Andreotti, già riconosciuto colpevole in via definitiva -tanto da dover pagare le spese processuali- e salvato dalla "prescrizione"...

Ad oggi i giornali, tutti i giornali anche quelli che fanno riferimento ai partiti dell'Unione, continuano a tacere questo "piccolo" particolare (il testo dell'appello con tutte le adesioni l'abbiamo spedito anche a loro, come facciamo dal 24 aprile, ma forse non l'hanno notato, o come ci hanno risposto alcuni "è solo una questione etica"). Nessuno ha dato cenno all'indignazione che questo appello afferma con misura e chiarezza, e soprattutto nessuno ha posto la domanda agli interlocutori dell'Unione: "Ma come: un ex mafioso -come da sentenza passata in giudicato- come seconda carica dello Stato?". Ancora più preoccupante il fatto che nessuno dei leader dell'Unione -e sono tanti- abbia pensato di dichiararlo autonomamente: "Andreotti alla Presidenza del Senato, come per qualsiasi altra carica istituzionale, è inaccettabile: è stato condannato per mafia e salvato solo dalla prescrizione. Penalmente è salvo, moralmente e politicamente è indegno. Il giudizio dell'Unione su questo è inamovibile." e, magari, aggiungendo "Naturalmente questo vale anche per gli altri prescritti, condannati o indagati per reati infamanti. Questi sono già impresentabili come parlamentari figuriamoci con cariche istituzionali o di governo". Non abbiamo perso la speranza, speriamo che dichiarazioni in questa direzione giungano e ci avvicinino alle altre democrazie europee. Non resta che aspettare e ringraziare quanti hanno aderito all'appello, quanti come Elio Veltri, Marco Travaglio e Nando Dalla Chiesa continuano a ricordare i fatti e tenere ben distinte le figure "del ladro e della guardia". Grazie anche a quanti con associazioni e comitati, coordinamenti e gruppi operano quotidianamente per l'affermazione della cultura della legalità nel nostro Paese. Aspettiamo, insistiamo e speriamo.

PS - Il Presidente Ciampi ha recentemente richiamato al dovere di non delegittimare la magistratura. Quale migliore risposta a questo richiamo? Ovvio: la sentenza definitiva che riconosce la colpevolezza di associazione mafiosa di Giulio Andreotti è carta straccia... Nessuno si oppone (se non per questioni di "età"), la chiarezza continua a mancare e qualche franco tiratore potrebbe sparare le ultime cartucce.

 

 

 

Tags: andreotti, giulio andreotti, unione, prodi, nessun incarico

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