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L'Europa si è accorta della 'ndrangheta

Germania, strage di ferragosto
[in coda estratto della rassegna con le interviste al Prefetto De Sena]

L’evidenza è esplosa con i morti ammazzati in Germania.
La ‘ndrangheta, cioè la più potente e ramificata mafia del mondo, ha dimostrato ciò che è, ben oltre ai confini della Calabria o delle regioni del mezzogiorno che, irresponsabilmente – e colpevolmente -, vengono considerate le sole “terre di mafia”...


Cosa Nostra era la più potente mafia italiana con le sue ramificazioni, principalmente negli Stati Uniti – che continuano ad esistere – e con le sue alleanze con le altre organizzazioni straniere. Ma nemmeno la mafia siciliana era riuscita ad arrivare ad un infiltrazione nazionale e internazionale come è riuscito alla mafia calabrese. Certo i colpi inflitti a questa dall’azione del Pool di Palermo, dal Maxi Processo in avanti, sino alla ferma e decisa risposta del nuovo Pool, dopo le stragi del ’92, sono stati pesantissimi, ma anche qui, sappiamo – amaramente -, che parte dello Stato non era con i magistrati antimafia, bensì in rapporto e accordo con la Cupola.

L’assenza di una effettiva volontà di sconfiggere la mafia, l’isolamento – quando non gli attacchi diffamatori e di delegittimazione - a cui sono stati lasciati i magistrati in prima linea, insieme ai reparti investigativi e repressivi dello Stato, l’affievolimento delle norme e della cultura della legalità, in Italia, hanno permesso che le mafie potessero sempre più infiltrarsi nell’economia “legale” e nel settore degli appalti pubblici, attraverso il riciclaggio delle ricchezze illecite prodotte dalle attività criminali, oltre che anche attraverso il condizionamento di imprese “pulite” quali strutture satellite, di imprenditori “fiancheggiatori”. Le mafie tollerate e usate per scambi di favori, per il controllo di pacchetti di voti, si è rafforzata, insabbiandosi.
La ‘Ndrangheta, inoltre, ha fatto ricchezza delle esperienze di Cosa Nostra, ed ha saputo “sfruttare” la debolezza della mafia siciliana per la risposta dello Stato alla stagione stragista. La mafia calabrese ha saputo consolidare il rapporto con il Potere in modo stabile e progressivo; a differenza di Cosa Nostra non vuole “punti di riferimento” o “interlocutori”, colloca direttamente le sue pedine nelle stanze del Potere, locale e nazionale, in modo trasversale. L’alleanza con la massoneria, da decenni, è servita a questo legame col Potere ed all’infiltrazione nell’economia cosiddetta “legale”. Si sono attivati i “locali” nei territori esterni alla Calabria (in Italia come all’estero), che riproducono le stesse modalità di gestione dei rapporti, di coordinamento, di condizionamento e controllo del territorio proprie della Calabria, e sempre in costante legame con i “locali” della terra d’origine. Le strutture delle ‘ndrine, sempre centrate sui rapporti di sangue, familiari, hanno garantito e garantiscono un potente anticorpo, inoltre, ai collaboratori di giustizia (che peraltro, insieme ai Testimoni, vengono sistematicamente disincentivati ad aiutare lo Stato), e rendono la mafia calabrese molto più impermeabile rispetto a Cosa Nostra.
I rapporti investigativi da tempo dicono quanto la ‘ndrangheta ha raggiunto livelli di pesante infiltrazione in tutto il Paese ed in particolare nelle regioni del nord (Liguria, Lombardia e Piemonte) ed anche a livello internazionale, aggiungendo alle storiche diramazioni in Canada e Australia, quelle del Sud-America – divenendo il principale interlocutore, alla pari, con i narcotrafficanti della Colombia - e quindi quelle dei paesi europei e dell’Est, assumendo quale manodopera dei lavori sporchi sempre più ampie schiere di slavi ed albanesi, legami con le organizzazioni mafiose dell’est per la tratta degli esseri umani (prostituzione, criminalità e  lavoro nero) e delle armi, ma anche per riciclare e investire; vi sono poi i legami con i paesi dell’Africa, del sud del mondo, per il traffico di rifiuti. La ‘ndrangheta è anche l’organizzazione mafiosa che, stando agli stessi rapporti investigativi, è l’unica mafia italiana che ha attivato un dialogo – e quindi accordi – con la mafia cinese.
Tutto questo mentre il contrasto alle mafie veniva progressivamente delegato dalle Istituzioni alla sola azione della magistratura e della polizia, come se la mafia fosse solo fatto criminale, mentre nelle amministrazioni locali, regionali e sino anche al Governo del Paese, si adottavano (e adottano) provvedimenti e metodi di gestione della cosa pubblica che, nei fatti, incrementavano le possibilità di infiltrazione mafiosa. Tutto, naturalmente da parte degli stessi politici che si riempiono la bocca nei convegni o partecipando ad ogni sorta di manifestazione antimafia, sino ad urlare, in occasioni di stragi e morti ammazzati, la “lotta” ai sodalizi mafiosi. Peccato che ogni provvedimento adottato (trasversalmente dai governi di centro-sinistra e di centro-destra) toglieva strumenti legislativi, mezzi e fondi a reparti investigativi e magistratura, necessari per contrastare e colpire le organizzazioni mafiose (con fondi e mezzi ingenti a disposizione, e tempi di decisione e azione rapidissimi). Peccato anche che si sia “dimenticato” che le mafie esistono in quanto strutture criminali organizzate con rapporti ed e infiltrazioni con il Potere e che senza tale rapporto le mafie non potrebbero esistere, come senza coperture e indifferenza, non potrebbero esserci latitanti pericolosissimi quanto indisturbati.
La ‘ndrangheta, a differenza di Cosa Nostra, non è solita, inoltre, ad atti eclatanti, soprattutto fuori dai confini calabresi. Ha sempre scelto di mantenere un profilo basso. Il silenzio è propedeutico alle attività criminali ed all’infiltrazione nell’economia. La ‘ndrangheta ama gli “incidenti” nei territori in cui si è trapiantata, per lanciare messaggi o eliminare chi ritiene opportuno, non gli atti eclatanti. Agisce, attraverso i “locali” – che raggruppano più famiglie / ‘ndrine, due o tre - attraverso le stesse regole e gli stessi fini, dei “locali” calabresi.
Ora, dopo la strage in Germania, l’Europa conosce il dramma dell’Italia: le mafie. Ora l’Europa può spingere l’Italia ad affrontare radicalmente questa piaga. Ora l’Europa può dotarsi di quegli strumenti necessari per respingere ogni sorta di infiltrazione nell’economia “legale” di quegli “imprenditori” ed “affaristi” che, null’altro che ‘ndranghestisti, usano il denaro sporco, ripulito attraverso imprese di mafia e banche compiacenti. Chissà se l’Europa vorrà obbligarci ed aiutarci a sconfiggere questa piaga o se invece il potere di condizionamento della più potente mafia a livello mondiale, la ‘ndrangheta, saprà riportare, come molti esperti sostengono, il silenzio dopo il clamore della strage tedesca. Ma attenzione: anche il ruolo dell’informazione è determinante, ancora una volta. Presentare questi nuovi morti ammazzati in Germania nel giorno di ferragosto, dopo quello di Natale a San Luca, come una “faida” causata da “petardi” durante il “carnevale”, significa nascondere la realtà dei fatti e la ferocia bestiale della ‘ndrangheta. Quella che si ha davanti è una guerra di mafia per garantirsi il predominio negli affari criminali, in Calabria, come in Italia ed all’estero. Gli investigatori e gli inquirenti lo avevano detto, con il Prefetto De Sena, avevano lanciato l’allarme. Un allarme però, rimasto, inascoltato nelle stanze del Potere.
Finchè la mentalità sarà quella del “tirarsi fuori” dalla responsabilità per aver permesso che gli ‘ndranghetisti “presentabili” - per il solo fatto di essere parte di una famiglia notoriamente mafiosa ma personalmente senza macchia penale - potessero farsi impresa ed operare con le Amministrazioni Pubbliche, cioè lo Stato, nulla potrà cambiare. Da vincere vi è anche la falsità di chi nelle stanze del Potere pubblico (locale come nazionale), nascondendosi dietro cavilli e delega alla sola azione giudiziaria, ha scelto la convivenza e l’indifferenza, imboccando la strada della connivenza e divenendo quindi, nei fatti, complice. Esempi? La Asl di Locri, quella di Fortugno e della signora Laganà, come la Asl di Vibo Valentia o di Melito Porto Salvo. Gli appalti nel nord a ditte indicate dalla DIA e DDA come società della ‘ndrangheta (in Liguria, ad esempio, i Mamone, i Guarnaccia o i Nucera, per citarne alcuni), o le infiltrazioni nella cosiddetta economia legale in Lombardia con i Morabito-Palamara-Bruzzaniti, e via così, tutti indicati, con precisione, dai rapporti investigativi pubblici! Ma come se nulla fosse, nulla è cambiato… anche perché: siamo in Italia! Ma ora i morti sono i Germania, domani potrebbero essere in Francia, in Spagna, in Olanda o in Russia, per esempio. Le vittime di mafia sono centinaia e centinaia in Italia, cioè in Europa. Le vittime del terrorismo internazionale, fortunatamente, sono poche in Europa. Perché non si investono, uomini, mezzi e fondi, con adeguate normative nette ed inderogabili, nella lotta alla mafia come si fa per il terrorismo? Perché si è costretti a subire lo schiaffo, cittadini, agenti e magistrati, di vedere i mammasantissima liberi di agire, ancora con le mani insanguinate, dopo anni di lavoro, rischi, denunce e condanne? Perché se un politico è colpevole di associazione mafiosa, nessuno lo condanna pubblicamente, bensì tutti lo acclamano, da destra a sinistra? Perché i voti portati da mani insanguinate vengono, al di là delle dichiarazioni pubbliche di rigetto – vengono accettati e poi ricambiati col favore? Quando finirà questa vergogna? Certo oggi si parla di una nuova grande manifestazione, di una nuova antimafia da corteo, con gli uomini che hanno preso e fatto favori alle mafie italiane e straniere, in prima fila. L’ennesima antimafia del giorno dopo e l’ennesima ipocrisia di chi non vuole mettere la parola fine alle mafie.

 

18.08.2007 - Avvenire
Il vicecapo vicario della Polizia, fino a poche settimane fa superprefetto a Reggio, aveva segnalato già  in giugno la possibile riapertura della faida di San Luca. «Confermati gli interessi internazionali e la vocazione sanguinaria»
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De Sena: «Deve tornare più credibile delle cosche»
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18.08.2007 - Il Sole 24 Ore

"Dalle sole 'ndrine un flusso annuale di investimenti pari a 3-5 miliardi"
Intervista a Juergen Roth
L'esperto tedesco: la lotta alle cosche ora torna prioritaria
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18.08.2007 - Il Sole 24 Ore
Olanda, Paese-rifugio dei killer
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15.08.2007 - Repubblica on line
I Ros: calabresi coinvolti nel narcotraffico e in attività "lecite"
Grasso: "Le vittime erano fuggite per evitare la faida. Novità assoluta l'esecuzione all'estero"
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Ma a Duisburg la 'ndrangheta pesa
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Avvenire
18.08.2007 - 6 mila Affiliati, affari 36 miliardi di euro

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17.08.2007 - Duisburg, i killer erano già in Germania
16.08.2007 - Sismi: così la 'ndrangheta si espande
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18.08.2007 - Intercettazioni
17.08.2007 - La pista di un carico d'armi
17.08.2007 - Esplosivo nelle mani delle cosche
17.08.2007 - Faida di San Luca, 11 omicidi in 8 mesi
16.08.2007 - La stampa tedesca: la mafia è qui!
16.08.2007 - Massicci controlli a San Luca
16.08.2007 - Strage di Duisburg, Gratteri: serve risposta veloce
15.08.2007 - 'Ndrangheta a Duisburg
15.08.2007 - Bocche cucite a San Luca
15.08.2007 - Un messaggio simbolico dietro le date

 

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