Cimice alla DDA di Reggio, spiato Gratteri
Quando siamo scesi alla DDA di Reggio Calabria lo scorso anno uno dei magistrati ce lo aveva detto: qui dentro, nel Palazzo di Giustzia, la 'ndrangheta ha occhi e orecchie dappertutto...
Poi abbiamo visto che Luigi De Magistris, a Catanzaro, era intercettato dai suoi stessi indagati. Questa è la Calabria, dove il sistema di collusione politico-affaristico-mafiosa, con la massoneria vede l'infiltrazione sin d'entro le Istituzioni giudiziarie e di controllo.
Ora la notizia che il Pm Nicola Gratteri della DDA era spiato da una cimice. Una cimice collocata da qualcuno che, dall'interno del Palazzo di Giustizia, lo spiava.
Lo avevamo scritto nel 2006: in Calabria serve un intervento del CSM a tutela dei magistrati che lavorano seriamente per lo Stato. Certo è che con Mancino ancora alla Vice-Presidenza questa è un'utopia.
da Nuova Cosenza
Talpa in Procura a Reggio. Scoperta una ‘cimice' nell'ufficio di Gratteri, indagano i ROS. Pignatone "Atto gravissimo"
26 apr 08 Una microspia è stata scoperta in un ufficio della Procura di Reggio Calabria utilizzato normalmente dal pm Nicola Gratteri, titolare, tra l'altro dell'inchiesta sulla strage di Duisburg del Ferragosto dello scorso anno. La scoperta è stata fatta martedì scorso durante un'operazione di "bonifica" degli ambienti finalizzata proprio alla ricerca di microspie. L'apparecchiatura funziona a batterie ed ha un'antenna che diffonde il segnale in un raggio di poche decine di metri, una ventina secondo quanto si è appreso. Questo fa ritenere agli investigatori che la "talpa" si dovesse trovare a pochi metri dalla stanza per captare il segnale. Di conseguenza gli investigatori, a quello che si è appreso, non possono neanche escludere che si tratti di un magistrato. Nella stanza dove è stato trovato il dispositivo, Gratteri solitamente tiene interrogatori e concorda le indagini con la polizia giudiziaria. Nelle scorse settimane ci sono state fughe di notizie su alcune inchieste delicate condotte dalla Procura di Reggio Calabria. E' il caso, per esempio, delle indagini condotte sul presunto ruolo che avrebbe svolto il senatore Sergio De Gregorio per l'acquisto, per conto di una cosca, dell'immobile che un tempo ospitava una caserma dell'esercito, e sui presunti rapporti tra Marcello Dell'Utri ed un faccendiere, Aldo Micciché, in merito al voto degli italiani residenti in Sud America.
Pignatone "Fatto Gravissimo". Un fatto "gravissimo". Così il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, ha commentato il ritrovamento di una microspia in un ufficio utilizzato dal pm Nicola Gratteri. "Trovare una microspia in un ufficio di Procura, ed in particolare in un ufficio di Procura a Reggio Calabria - ha detto Pignatone - non mi pare sia una cosa da sottovalutare". "A chiedere la bonifica degli uffici - ha aggiunto Pignatone - sono stato io e l'ho chiesto ai carabinieri del Ros". La microspia, ha sostenuto Pignatone, "é certamente indirizzata ad acquisire notizie all'interno della Procura di Reggio Calabria. Quell'ufficio era utilizzato, di solito, dal dott. Gratteri". Gli atti relativi alle indagini sul ritrovamento di una microspia in un ufficio della Procura di Reggio Calabria saranno inviati lunedì prossimo alla Procura di Catanzaro. "I magistrati reggini - ha detto Pignatone - in questo caso sono parte offesa. Questo, sia chiaro. A Catanzaro, poi, faranno indagini per stabilire chi è il colpevole".
Gratteri non parla, indagano i ROS. Nella Procura di Reggio Calabria, dopo la scoperta della microspia in un ufficio utilizzato dal pm Nicola Gratteri, c'é poca voglia di parlare. Gratteri, raggiunto telefonicamente, taglia corto: "Non posso dire nulla". A scoprire la microspia sono stati i carabinieri del Ros nel corso, secondo quanto si è appreso, di un servizio di bonifica dei locali della Procura finalizzato proprio alla ricerca di apparati di intercettazione. I Ros stanno ora indagando per cercare di risalire a chi ha posizionato la microspia e stabilire da quanto tempo era nell'ufficio. Da quello che è trapelato dal rigido riserbo imposto sulla vicenda si è saputo che l'apparato era a corto raggio. Questo significa che la "talpa" doveva necessariamente trovarsi nelle vicinanze per captare il segnale. Gli investigatori stanno adesso cercando di accertare chi potesse avvicinarsi all'ufficio usato da Gratteri e non escludono che possa trattarsi di un altro magistrato, ma anche di qualcuno al di fuori del palazzo di giustizia"
Microspia nell'ufficio del PM Gratteri. In Procura clima di veleni, forse una talpa
26 apr 08 Ora e' ufficiale che nel Palazzo di Giustizia di Reggio Calabria il clima e' quello degli intrighi e dei veleni: in un ufficio utilizzato normalmente dal pm Nicola Gratteri e' stata scoperta una microspia. Il ritrovamento si deve all'iniziativa del nuovo procuratore di Reggio, Giuseppe Pignatone, che insediatosi il 15 aprile, ha subito chiesto ai carabinieri del Ros di bonificare tutti gli uffici del sesto piano del palazzo del Cedir dove ha sede la Procura della Repubblica. E l'intuizione del procuratore si e' rivelata esatta. Martedi' scorso i militari hanno trovato una microspia non particolarmente sofisticata, funzionante a batterie e con un'antenna per diffondere il segnale nel raggio di poche decine di metri, 20-30 secondo quanto si e' appreso. Ma quando e' stata messa e, soprattutto, da chi e con quali scopi? A queste domande cercheranno di rispondere i Ros e la Procura di Catanzaro alla quale, lunedi' prossimo, Pignatone inviera' gli atti dell'indagine. ''I magistrati reggini in questo caso sono parte offesa, questo, sia chiaro; a Catanzaro, poi, faranno indagini per stabilire chi e' il colpevole'' ha tenuto a sottolineare Pignatone dopo che sono cominciate a circolare voci sulla possibile esistenza di una ''talpa'' in Procura. Una circostanza che potrebbe essere avvalorata dal fatto che per intercettare il segnale della microspia sarebbe stato necessario essere nelle vicinanze. Questo, in teoria, restringerebbe il cerchio a funzionari, impiegati o comunque a persone che frequentano normalmente la Procura, ma anche a magistrati. Una circostanza che gli investigatori, allo stato, non possono escludere a priori, cosi' come, comunque, non escludono nessun'altra ipotesi. Quello che e' certo e' che si tratta comunque di un fatto ''gravissimo'', come ha detto il Procuratore di Reggio. ''Trovare una microspia in un ufficio di Procura, ed in particolare in un ufficio di Procura a Reggio Calabria - secondo Pignatone - non mi pare sia una cosa da sottovalutare''. La microspia, ha aggiunto, ''e' certamente indirizzata ad acquisire notizie all'interno della Procura di Reggio Calabria. Quell'ufficio era utilizzato, di solito, dal dott. Gratteri''. Gratteri e' il pm che sta indagando sulla strage di Duisburg dove, a Ferragosto dello scorso anno, sei persone furono uccise nell'ambito della faida di San Luca. Nella stanza in cui e' stata trovata la microspia, il magistrato solitamente tiene interrogatori e concorda le indagini con la polizia giudiziaria. Quello che, pero', maggiormente inquieta, e' che nelle scorse settimane ci sono state fughe di notizie su inchieste, condotte da vari magistrati della Procura, su alcune inchieste molto delicate. Una di queste riguarda il senatore Sergio De Gregorio e prende le mosse da presunte speculazioni immobiliari messe in atto da alcune cosche della 'ndrangheta. C'e' poi un'inchiesta in cui e' coinvolto il capogruppo di An nel Consiglio regionale della Calabria, Alberto Sarra. L'indagine, condotta dalla Dda reggina, era stata avocata dalla Procura generale, ma mercoledi' scorso, la Procura generale della Cassazione, accogliendo il reclamo della stessa Dda, ha restituito l'inchiesta alla Procura antimafia. Un'altra inchiesta, condotta dalla Dda, e sulla quale si e' registrata una fuga di notizie, e' quella relativa a presunti brogli nel voto degli italiani emigrati nell'America Latina nelle scorse elezioni politiche. Agli atti vi sarebbe anche una telefonata tra un uomo d'affari calabrese, Aldo Micciche', da tempo residente in Venezuela e presunto emissario in Sud America della cosca Piromalli di Gioia Tauro, ed il parlamentare Marcello Dell'Utri, che non e' indagato. C'e' qualcuno, dunque, che ha interesse a diffondere notizie riservate per ostacolare il lavoro dei magistrati reggini? E' questo l'inquietante interrogativo al quale la Procura di Catanzaro dovra' al piu' presto dare una risposta per evitare che intrighi e veleni rendano irrespirabile l'aria in una delle Procure piu' impegnate ed esposte d'Italia.
Tensione tra magistrati dopo le fughe di notizie. La scoperta della microspia in un ufficio utilizzato dal sostituto della Dda di Reggio Calabria Nicola Gratteri s'inserisce in una situazione che nella Procura reggina registra da tempo veleni e contrasti tra i magistrati dell'ufficio. Una situazione che ha avuto origine quando a capo dell'ufficio c'era il procuratore Antonino Catanese, andato di recente in pensione. Catanese aveva avuto contrasti con il procuratore aggiunto, Salvatore Boemi, e con altri magistrati, con i quali si era arrivato, di fatto, ad una condizione di incomunicabilita'. Una situazione che si trova adesso ad affrontare il nuovo procuratore della Repubblica, Giuseppe Pignatone, gia' procuratore aggiunto di Palermo, insediatosi il 15 aprile scorso. I contrasti tra magistrati si inseriscono, peraltro, in una situazione che vede la Procura di Reggio Calabria condurre da tempo inchieste riguardanti presunte collusioni tra politici e mafiosi. Inchieste per le quali ci sono state fughe di notizie che hanno indotto il procuratore aggiunto, Francesco Scuderi, all'epoca in cui era reggente dell'ufficio, a sollecitare l'apertura di un'inchiesta. Una delle indagini su politica e mafia riguarda il senatore Sergio De Gregorio ed ha come oggetto un incontro che il parlamentare avrebbe avuto, nel corso di una cena in un ristorante di Reggio Calabria, insieme ad altri esponenti politici, con alcuni affiliati alla cosca Ficara che gli avrebbero chiesto di interessarsi al loro progetto di acquistare un immobile che in precedenza ospitava un caserma dell'Esercito. Proprio su questa inchiesta dopodomani De Gregorio sara' sentito dai magistrati a Reggio Calabria. In un'altra inchiesta della Procura di Reggio e' indagato per concorso esterno in associazione mafiosa il capogruppo di An nel Consiglio regionale, Alberto Sarra, che avrebbe ricevuto sostegno elettorale da alcuni elementi vicini a cosche. L'inchiesta su Sarra era stata avocata dalla Procura generale di Reggio, ma la Procura generale della Cassazione ha accolto quattro giorni fa il reclamo proposto dalla Dda reggina, alla quale sono stati cosi' restituiti gli atti. La Procura di Reggio sta indagando anche su presunti rapporti tra Marcello Dell'Utri ed un faccendiere di Gioia Tauro, Aldo Micciche', in merito a presunti brogli elettorali nel voto degli italiani residenti in Sud America. Anche su quest'inchiesta si e' verificata una fuga di notizie.
Decisa la bonifica degli uffici. E' stata una bonifica di tutti gli uffici della Procura di Reggio Calabria decisa dal nuovo procuratore, Giuseppe Pignatone, a portare alla scoperta della microspia in una stanza utilizzata normalmente dal pm Nicola Gratteri. La bonifica degli uffici e' stato certamente uno dei primi atti di Pignatone da quando, il 15 aprile scorso, ha preso formalmente possesso della direzione della Procura diReggio Calabria, dopo essere stato nominato il 13 marzo dal plenum del Csm. ''Ho chiesto la bonifica degli uffici - ha detto oggi Pignatone - e l'ho chiesto ai carabinieri del Ros''.
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