Nota Stampa sul 1° maggio
Primo maggio: la Calabria guida le classifiche del lavoro nero e delle morti bianche. Vogliamo più sicurezza, più controlli, più responsabilità e, soprattutto, più legalità...
E' un primo maggio di riflessione quello che ci aspetta, non di festa né di gioia, perché poche sono le cose da festeggiare per i lavoratori italiani e, in particolare, per quelli calabresi. A dirlo, con amarezza e rabbia, è la Casa della Legalità di Lamezia Terme, che ricorda che la nostra regione è afflitta dalle morti bianche, da un numero crescente di precari, di disoccupati, di lavoratori in nero e di imprenditori sfiancati dalla pesante ombra della criminalità organizzata.
I dati di Edilizia - Confartigianato dicono che la Calabria è la regione con la percentuale più alta di lavoro sommerso nell'ambito edile. Si tratta, infatti, di ben il 44,3 %. Ma non solo. Un'indagine relativa allo scorso febbraio e portata avanti dalla Direzione regionale del lavoro, con il contributo dei Carabinieri, ha portato alla luce cifre ancora più sorprendenti. Su 10.495 aziende appartenenti a diversi settori produttivi, ben 5369 sono state trovate non in regola con le leggi a tutela del lavoro. Ben 5785 i lavoratori trovati in situazioni non regolari e 2252 quelli totalmente in nero.
Dati importanti, che non si può far finta di non conoscere e che devono sollevare la nostra indignazione e le nostre coscienze. Ma anche le coscienze di chi costringe lavoratori con il peso di una famiglia da mantenere a sottostare a situazioni di sicurezza precaria e a contratti irregolari. In questi casi non si possono usare le mezze misure: vogliamo più controlli, vogliamo più responsabilità. Vogliamo che si smetta di stare a guardare e che si passi dalle parole ai fatti, lasciando in tasca il fazzoletto per asciugare le lacrime.
Secondo la mappatura, aggiornata a maggio 2007, realizzata dall'Eurispes con i dati dell'Inail, la Calabria è al secondo posto in Italia per numero di morti bianche. Ma quanto conta la vita di chi lavora? Si lavora ancora per vivere?
E quanto spazio resta agli imprenditori sani, a quelli che non vogliono sporcarsi le mani né scendere a compromessi. In occasione del primo maggio, chiediamo con ancora più forza più lavoro, più sicurezza e legalità e meno mafia.
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