Celle Ligure e Co.For... un appalto che grida vendetta
Grazie a Luigi Bertoldi e Luciano Corrado, che su UominiLiberi, hanno riportato alla luce la questione del Pennello Buffou, alias degli appalti a Celle Ligure (e nel savonese) alla società dei fratelli Guarnaccia della ‘ndrangheta, sequestrata dalla DDA di Reggio Calabria. Un appalto, quello per il Pennello di Celle Ligure, che grida vendetta! Un'amministrazione pubblica piegata al volere della Co.For. Costi stratosferici, pagati con i soldi pubblici. Qualità del lavoro pessimo, radicalmente opposti a quanto disposto con il progetto e capitolato andato in appalto...
Abbiamo depositato una denuncia per quell'appalto alla Co.For. con allegati pesanti documenti che comprovano responsabili penali inequivocabili, come abbiamo denunciato anche in questo caso con prove documentali, la questione del Rilevato Ferroviario. Depositate l'estate scorsa presso la Procura di Savona e su cui non abbiamo saputo più nulla. Non abbiamo ricevuto neppure comunicazione dell'eventuale archiviazione! Ma in quella Procura si sa, troppe cose vengono archiviate, troppi fascicoli evaporano, come anche nel caso del "Fallimento Perfetto" che ha dato il via alla grande speculazione delle Torri nel cuore di Savona, nonostante le prove raccolte dall'ex Procuratore Acquarone, fossero schiaccianti.
Abbiamo incontrato i cittadini ed il Consiglio Comunale di Celle Ligure per dire quello raccontare i fatti (documentalmente provati!). I cittadini hanno ascoltato, il Consiglio Comunale si è chiuso a riccio a difesa del Sindaco Remo Zunino, con alcuni dei consiglieri di opposizione messi a tacere e consiglieri di maggioranza che ci hanno minacciato, in seduta pubblica, di prenderci a legnate!
Ora, grazie al libro "Il Partito del Cemento" la questione torna alla ribalta e grazie a voi, si dimostra che non eravamo visionari, ma soprattutto che sul territorio esistono persone con il coraggio di rompere il silenzio e l'omertà che protegge quelle piccole o grandi amministrazioni che gestiscono la cosa pubblica nel solo interesse degli "amici degli amici", pronti a coprire anche le più pesanti vergogne.
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di seguito l'articolo di UominiLiberi del 15.07.2008
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Documenti e testimonianze di una vergogna dimenticata
CHI HA "INSABBIATO" IL PENNELLO? LA LEGALITA' CHIUSA IN UNA BARA Celle Ligure, viaggio tra chi non accetta la vittoria dell'omertà di Luigi Bertoldi e Luciano Corrado Celle Ligure - Uno scandalo con la sordina? Una vergogna sottovalutata, nascosta, dimenticata troppo in fretta? Un caso di morte bianca della giustizia e della legalità? Chi bisogna ringraziare per l'"insabbiamento" del "pennello Buffou"? Cosa è stato scritto, anzi non conosciamo di quella vicenda che in origine aveva visto una coraggiosa "nonnina" genovese (cognome di spicco, i Monteverde) peregrinare nelle redazioni dei giornali a Savona, bussare con pervicacia alle porte di uffici pubblici e rappresentanti istituzionali, associazioni. Scrivere osservazioni e memorie, esposti, alla fine essere considerata troppo "passionaria". Dimenticata, come spesso accade a coloro che si occupano di problematiche pubbliche, anziché di casta o personali. Le cronache, scarne ed avare, ci raccontano pochi dettagli sulla storia di quel molo-pennello da "guinnes" dei primati, come cercheremo di documentare. Piccolo antipasto , di esempio: quando vengono realizzati pista e rampa il calcolo del materiale è di 2.631 mc, quando vengono disfatti, come di fronte alla moltiplicazione dei pani del Vangelo, diventano 8.750 metri cubi. E che dire del fondale, definito "roccioso" che misteriosamente si abbassa, sprofonda. Del ripascimento di 10 mila mc di sabbia, pagato e mai avvenuto come da capitolato. Le cronache, dicevamo, raccontano dell'interessamento della Dia (Direzione distrettuale antimafia, vedi... l'articolo de Il Secolo XIX di Ferruccio Sansa del 7 luglio 2009) Nessuno ci parla di un analogo interessamento e segnalazioni del Noe (Nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Genova). Le cronache non ci hanno più informato delle tappe, dei risultati, dell'inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Savona. Se sia stato messo il "coperchio" di fine indagine in quanto non sarebbe emerso nulla di penalmente rilevante, o se il fine indagini possa essere il preludio di un primo risultato, per proseguire l'iter giudiziario. Non vogliamo addentrarci su un aspetto che era già stato oggetto di polemiche (che non ci interessano) e cioè sulla certificazione antimafia dell'imprea Cofor Costruzioni, con le precisazioni scritte (vedi... lettera dell'11 luglio su Casa della Legalità e della Cultura) dall'assessore regionale Franco Zunino, all'epoca dei fatti (costruzione pennello) responsabile tecnico del Comune di Celle Ligure. Vogliamo, invece, sottoporre all'attenzione pubblica e degli organi istituzionali ciò che, a quanto ci risulta, fa parte di un "dossier" che mette a fuoco il bubbone e che il capitolo finale sembra sia stato chiuso in una "bara da morto". Chi si è assunto, a livello istituzionale, questa responsabilità non siamo in grado di dirlo. Qualcuno potrebbe spiegarlo. Dissipare dubbi e legittimi interrogativi. COME NACQUE IL PENNELLOL'esecuzione del Pennello Buffou è stata approvata dalla Regione Liguria il 30.10.2001.Progetto e direzione lavori sono dell'ing. Paolo Noce. La responsabilità comunale del procedimento dell'ing Franco Zunino, segretario provinciale della Rifondazione comunista ed ora assessore regionale all'Ambiente La realizzazione del pennello (un dito di massi puntato verso il mare aperto) ha incontrato una seria difficoltà, perché poco più al largo esiste una prateria di posidonia (Sito di Interesse Comunitario, Sic, che impedisce il versamento in mare di quantità anche minime di argilla e di limo, materiali oltremodo dannosi per la sopravvivenza delle specie protette). Per tale motivo, la Regione Liguria ha corredato l'approvazione del progetto con l'obbligo tassativo di porre in opera massi del pennello e sabbia del ripascimento "accuratamente lavati", privi di materiale fine ed argilloso. La prima operazione dell'impresa costruttrice, a quanto pare, fu quella di versare in mare, per tre giorni consecutivi, ad un ritmo di circa 40 camion al giorno, una enorme quantità di terra (così è stata giudicata dalle migliaia di persone spettatrici e così appare dalle fotografie conservate). CARTA DI IDENTITA' COFORL'impresa COFOR ha sede a Reggio Calabria. Durante indagini varie è emerso che il suo interesse era rivolto verso l'area attorno a Firenze, il comprensorio torinese e la Liguria. Nello stesso suo "sito internet" vengono elencate le zone di maggiore lavoro, tra cui i Comuni di San Luca (salito alla ribalta per la strage di Duisburg in Germania e la sanguinosa faida di paese), di Prato, di Cogoleto, di Bianco e Celle Ligure.Molti appalti riguardano operazioni lungo gli alvei e gli argini dei fiumi o sulle coste marine. Nello stesso periodo ha vinto appalti ad Albisola (sistemazione di terreno in argine al torrente Sansobbia), a Celle appunto (costruzione di pennello), a Cogoleto (costruzione di pennelli), a Campoligure (sistemazione strada in argine a torrente), ancora a Cogoleto (sistemazione idrica di torrente). Gli appalti, forse merita di essere ricordato, non vengono più assegnati a chi presenta il massimo ribasso, ma a chi, semplificando un poco, indovina la media di tutte le offerte e tenuto conto che la differenza fra le suddette offerte può essere di qualche centinaio di euro, la Cofor ha dimostrata una bravura eccezionale. Di cui bisogna prendere atto. CANTIERI A CELLE E COGOLETOPer una singolare, fortunata coincidenza, quattro di questi cantieri distano poche centinaia di metri da altrettanti cantieri dell'impresa "Pesce Pietro S.p.A.", che ha realizzato, a Celle, la sistemazione dell'ex rilevato ferroviario e che ha sede a Cogoleto.Recentemente anche la Cofor ha aperto una sede a Cogoleto. In una fotografia fatta al cantiere della Pesce Pietro, a Celle, si può vedere un fusto di lubrificante con la scritta: Cofor. Solo coincidenze. [la foto è pubblicata nello speciale sulla Co.For, ndr] PENNELLO & VARIANTITorniamo al pennello.La sua esecuzione è avvenuta con l'applicazione di due varianti al progetto approvato. Le varianti, ci ricorda la legge, possono essere apportate, per motivi imprevisti ed imprevedibili, solo in corso d'opera. Da una lettera inviata alla Capitaneria risulterebbe che la prima variante, sostanziale, sia stata decisa (ma non approvata!) addirittura prima della consegna dei lavori, di concerto fra impresa, direzione lavori e Comune. Il fatto (palese violazione, vedi Cassazione penale sentenza n. 25162/08 ?) sarebbe tollerabile se tutto fosse avvenuto a vantaggio del comune, degli interessi pubblici. Nel frattempo accade che l'impresa - già in passato aveva subito il ritiro della certificazione antimafia - fu sottoposta a sequestro preventivo e suoi titolari e tecnici, ivi compreso il capo cantiere di Celle, arrestati per presunta appartenenza ad associazione di stampo mafioso e per fatti collegati ai lavori sulla Salerno - Reggio Calabria. L'Autorità nazionale di Vigilanza sui Lavori pubblici ha dichiarato illegittime le "varianti" al pennello di Celle e il direttore dei lavori rinviato a giudizio per inquinamento. Risultato? Il Comune di Celle Ligure aveva affidato lavori ad una impresa sospettata di appartenere alla n'drangheta; aveva predisposto varianti illegittime, aveva "inquinato" e creare un danno all'ente pubblico. E' un fatto irrilevante? Di cui non parlare? Far finta di niente? COSA PREVEDE LA LEGGELa normativa prevede, inoltre, che la direzione lavori (ing. Noce), constatato la necessità imprevedibile di dover variare il progetto, dia comunicazione al responsabile del procedimento (ing. Zunino), che deve verificare i presupposti e la legittimità, fornendo ampia relazione scritta all'appaltante (Comune) che provvede alla sua approvazione. Solo allora, la direzione lavori ordina all'impresa l'esecuzione.Cosa accade da meritare di essere incorniciato? Le varianti del pennello sono state approvate mesi dopo la loro attuazione. La seconda, addirittura, 45 giorni dopo la comunicazione di fine lavori. Non risulta sia prevista l'approvazione in sanatoria delle varianti. ATTENTI A QUELLE DATEI lavori furono consegnati all'impresa il 10 aprile 2003. Dal 1° maggio tutte le opere in mare che comportino versamenti sono sospesi per l'inizio della stagione balneare, come da decreto regionale.Ci si aspettava che la Cofor, visto il breve tempo concesso prima dello stop, si limitasse a predisporre il cantiere. Non è cosi: il 29 aprile e continuando per altri due giorni, in concomitanza con una mareggiata, iniziò a scaricare in mare una grande quantità di terra, provocando quello che il consigliere delegato all'Ambiente definì "disastro". Considerato che la mareggiata disperdeva tutto il materiale mentre esso veniva versato e, comunque, non avrebbe resistito all'azione del mare fino al 1° ottobre (data del termine della stagione balneare e della ripresa dei lavori), va da se domandarsi per quale strana sorte tutto ciò sia avvenuto. Sarà solo per caso! QUEI NATANTI SCOMPARSIL'esecuzione del pennello era prevista interamente da mare, a mezzo natanti. Si doveva procedere, infatti, alla realizzazione di un nucleo in tout - venant (frammenti rocciosi di varie pezzature) con la sommità posta a 1,50 metri sotto il livello del mare.Sarebbe stato impossibile attuarlo procedendo da terra e avanzando con camion in tale profondità d'acqua. Il 20 ottobre, dopo la sospensione estiva, i lavori ripresero, ma con esecuzione da terra. La variazione, come rimarcò l'Autorità di Vigilanza, fu sostanziale e cambiò il progetto. Nella variante, approvata più tardi, è scritto che ciò avvenne perché non si trovarono i mezzi marittimi occorrenti. In una comunicazione fatta alla Capitaneria di Porto, il 18 ottobre, è scritto: "La ditta esecutrice si avvarrà della collaborazione ... di una ditta specializzata ... la ICAM s.r.l. di Genova. Tale ditta impiegherà un motopontone di sua proprietà, (ICAM II°), ... attrezzato con gru LIMA tipo 1850 della potenza di sollevamento di 100 tonnellate. ... Il mezzo risulta iscritto nel Compartimento Marittimo di Genova al n. 7784 ed al RINA al n. 54317. La movimentazione dei massi prenderà avvio dal pontile di Genova Multedo e si estenderà sino a Celle ...". Il 18 ottobre il nata nte c'era ed era indicato, anche con la "targa"; si deve ragionevolmente ritenere che fosse stato prenotato, o avrebbe dovuto esserlo. Il 20 ottobre, due giorni dopo, non c'era più, non se ne trovarono altri e si previde di non trovarne (per un lunghissimo tempo?). AUMENTI DI SPESA PER VARIANTISecondo legge, le varianti non devono comportare aumento di spesa tale da superare lo stanziamento. Inoltre, se l'aumento supera il 5% della base d'asta, la variante deve essere sottoposta all'esame dell'Autorità nazionale di Vigilanza sui lavori pubblici.Nel documento di approvazione della prima variante è scritto che essa ha "importo non superiore al 5 % dell'importo contrattuale, così come previsto dall'art. 25 comma 3 della Legge 109/94". La variante non è stata trasmessa all'Autorità di Vigilanza. Il computo metrico e quadro economico, che espongono in dettaglio tutte le variazioni di spesa, contengono un errore in diminuzione nelle somme degli importi, per 38.729 €, ed un errore uguale nella somma delle variazioni in più, così che i conti tornano egualmente. L'errore si ripercuote anche sull'IVA e diventa di 46.476 €. La variante debitamente corretta supera il limite previsto del 5 %, ma supera anche lo stanziamento e non trova copertura nemmeno utilizzando le somme accantonate per imprevisti ed il residuo ribasso d'asta. Conclusione: la variante non era approvabile, mancavano i soldi per finanziarla! Come giudicare la (grave?) disattenzione generale, ripetuta per le due somme, primariamente quella di chi ha fatto i conti e dell'impresa che si è vista attribuire un compenso inferiore al dovuto per 46.476 €? Da notare che la somma è stata recuperata con la seconda variante! ERRORI CHE VANNO E VENGONO I due errori non sarebbero stati sufficienti per riportare la spesa sotto il limite di legge del 5 %. Contestualmente c'è stata una diminuzione della sabbia del ripascimento in progetto, da 10.000 mc. a 7.500 mc. E' stato rimarcato dall'Autorità, l'art. 25, comma 3, della legge 109/94 stabilisce che siano ammesse "... nell'esclusivo interesse dell'amministrazione, le varianti in aumento o in diminuzione, finalizzate al miglioramento dell'opera e alla sua funzionalità ...". La diminuzione del ripascimento era finalizzata al miglioramento dell'opera? E' come se, dovendo costruire una scuola, con aule, palestra, ufficio presidenza, ufficio segreteria, avessimo approvato una perizia che, aumentando il costo delle aule, avesse abolito la palestra! LE SORPRESE DEL PROGETTO1) Il progetto prevedeva la costruzione di una rampa di discesa alla spiaggia e di una pista in tout - venant per il trasporto del materiale. Con la prima variante, rampa e pista sono state allungate e se ne è calcolata la nuova dimensione, riportata nel computo metrico, risultante pari a 2.631 mc. (5.000 ton. : 1,9 ton/mc). La seconda variante ha aggiunto un'operazione di movimentazione del suo materiale, da eseguirsi a fine lavori. Nel calcolo dell'onere conseguente, da pagare all'impresa, il volume di pista e rampa è diventato di 8.750 mc. ( 3,33 volte). Per capire meglio: quando è stata fatta si sono portati 2.631 mc di materiale; quando è stata disfatta, a quanto pare, se ne sono portati via 8.750 mc. Per aiutare i profani, diciamo che 8.750 mc corrispondono al volume di un palazzo.
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