Metodo Lipera-Contrada
Come ha insegnato il medoto Previti-Dell'Utri: tirare alle lunghe il processo, perchè: la prescrizione è una garanzia, le carte possono perdersi o prendere fuoco, i testimoni ed i giudici possono morire. Inoltre se si è avanti con l'età il tirarla alla lunghe garantisce poi di denunciare un "accanimento" contro un povero anziano!
Se vieni comunque condannato e scatta la detenzione in carcere (anche per gravissimi reati, naturalmente e soprattutto!) iniziare uno sciopero della fame ad oltranza, affermando che il cibo non è compatibile con la vostra dieta...
Una volta che state male, il vostro legale e familiari, possibilmente con giornalisti e politici (questi sono sempre disponibili davanti alle "colpe" dei giudici che condannano), lancino appelli alla grazia per ragioni umanitarie. Si punti soprattutto su: non si può far morire un uomo in carcere, così anche per chi è condannato all'ergastolo si possono aprire le porte della libertà, lo ha detto anche un Ministro della Giustizia - con sua moglie - "Non si può vedere morire qualcuno in carcere!".
Se non dovesse funzionare, magari perché cade il Governo con il Ministro della Giustizia "più vicino ai detenuti che ai magistrati", insistete, non datevi per vinti e puntate su un fatto: le carceri sono sovraffollate e soprattutto insistere che il detenuto sta molto male (naturalmente omettere di dire che si rifiuta di mangiare).
Tenta una, due, tre volte, si passi a chiedere non più la "grazia" ma il diritto all'eutanasia. Qui attenzione, deve essere una proposta mordi e fuggi, non sia mai che dovesse venire accolta. Ed intanto si chieda la revisione del processo, con ricusazione anticipata dei giudici.
Quando questi rigetteranno la richiesta di revisione e la Cassazione conferma, urlate al complotto delle toghe politicizzate (rosse o nere, a seconda del caso), accusate la magistratura di essere politicizzata, e poi potete sempre ricordare che voi avevate anticapatamente presentato "ricusazione" dei giudici. Se non siete il Presidente del Consiglio, della Repubblica, del Senato o della Camera, non vi preoccupate... troverete la loro solidarietà anche se non possono applicare al vostro caso il "lodo" (ma c'è sempre speranza!)
Intanto procedete una volta alla settimana a richiedere al Tribunale di Sorveglianza il deferimento della pena per ragioni di salute. Ad ogni scarcerazione e trasferimento in Ospedale denunciate pubblicamente il complotto dei "medici" (e la certa manomissione delle attrezzature utilizzate per le analisi) che dichiarano che non ci siano pericoli di vita e che non vi è incompatibilità con la detenzione carceraria.
Andate avanti così, prima o poi qualcuno ci cade (magari con una "alta" spinta). Una volta ottenuta la scarcerazione per ragioni di salute - con obbligo di dimora e divieto di tornare nella propria città, in quanto soggetto socialmente pericoloso - procedete a chiedere la revisione della sentenza perché era ingiusta e la scarcerazione lo dimostra (omettere naturalmente che questa è stata effettuata per motivi di salute, ovvero perché il detenuto si rifiutava di mangiare). Procedere quindi con dichiarazioni e proclami di sicuro effetto: "ora rivoglio il mio onore". Aggiungere poi: "potrei evadere perché non mi permettono di tornare nella mia città" (omettere le ragioni, ovvero la pericolosità sociale ribadita dal provvedimento, per evitare nuove violenze a quella bellissima e martoriata terra!).
Anche qui, tenta una, due, tre... volte e poi qualcosa succede, soprattutto se hai la "chiave" di quel cassetto dove è custodita l'agenda rossa di Paolo Borsellino... chi è citato nei suoi appunti sulla trattativa tra "Stato e Mafia" e siede tra le più alte cariche dello Stato, si mostrerà molto sensibile ed una mano non la negherà... in silenzio, naturalmente.
NOTA:
leggi lo speciale con gli approfondimenti e le sentenze su Contrada
il RaiNews24 su Paolo Borsellino e la sua Agenda Rossa
Tags: strage, paolo borsellino, servizi, contrada, depistaggi, 19 luglio 1992, agenda rossa