La Casa della Legalità - Onlus è un'associazione nazionale di volontariato, indipendente ed opera senza finanziamenti pubblici o sponsor

seguici e interagisci suFACEBOOK TWITTER  YOUTUBE

CASA DELLA LEGALITA' E DELLA CULTURA - Onlus
Osservatorio sulla criminalità e le mafie | Osservatorio sui reati ambientali | Osservatorio su trasparenza e correttezza della P.A.

Gran Varietà Partito Democratico

Lunedì 1 dicembre, abbiamo assistito, alla seduta del Consiglio Comunale di Firenze. Era il consiglio che prevedeva la discussione sulle dichiarazioni del Sindaco Domenici riguardo alla pioggia di avvisi di garanzia che ha colpito la sua giunta...



Le porte del monumentale salone di Palazzo Vecchio si sono aperte con circa un'ora di ritardo sull'orario previsto. La spiegazione sta nel fatto che si è tenuta una riunione dei capogroppo per prendere una decisione che tra poco sarà svelata.

La tensione si legge soprattutto nei volti di qualche assessore, ma la maggior parte dei consiglieri è piuttosto svagata. Chi legge, chi scherza, chi si alza e passeggia, attorniato dal solito codazzo di giornalisti (oggi in gran numero, e che saranno ricompensati con regolare tempismo per la loro presenza). Nel clima frivolo, spicca la consigliera De Zordo, che arriva con i suoi documenti, computer, atti. Pare l'unica che stia lavorando, lì dentro.

La seduta pare non cominciare mai, poi, finalmente, il Presidente Cruccolini da il via al dibattito comunicando quanto deciso nella riunione dei capogruppo, e cominciamo a entrare nel clima irrazionale della serata: il Sindaco ha improvvisamente comunicato che non presenterà più le sue dichiarazioni sul caso Fondiaria (dichiarazioni per discutere delle quali il Consiglio è stato convocato), e che si da comunque disponibile ad intervenire in un altro momento, ma i capogruppo hanno deciso di dibattere le dichiarazioni stesse, nonostante tutto. Sembra folle, ma, come dice un consigliere socialista, Falciani, nel primo intervento, ciò che è impossibile nella vita normale, discutere su un documento che non c'è, in politica è la prassi.

Falciani attacca sul piano regolatore, fa un po' di baruffa sui tempi del suo intervento, poi viene interrotto. E si passa alla commemorazione di un ex assessore degli anni '70, recentemente scomparso. Elogi, ricordi, testimonianze, minuto di silenzio... sarà un cinico sospetto, ma tutto sembra fatto per perdere altro tempo.

Poi, finalmente, si ricomincia. A Falciani viene concesso un altro minuto, e qua scoppia la scenografica bagarre, con accuse e contro accuse, offese urli grida e minacce di rissa, tra lui e il consigliere-senatore Amato, di AN-PDL. Una gazzarra vergognosa, toni teatrali, pose maschie, vocioni possenti. Il tutto a beneficio della stampa avida di scoop e giusto in tempo per i notiziari della sera. Non pensiamo che sia stato tutto "organizzato", ma sicuramente tutto è pianificato in modo da dare a questi signori una visibilità altrimenti impensabile. Ovviamente, i tg serali ed i giornali del giorno dopo era pieni di articoli, servizi, foto, filmati, interviste, tutto dedicato ai due contendenti. Obiettivo raggiunto.

E la parte strettamente politica, ovviamente, in secondo, terzo piano. Perché quello che è accaduto ieri è estremamente significativo ed importante: abbiamo assistito ad un isolamento, anzi, un arroccamento ottuso e supponente del PD. Il quale ha perso pezzi nei mesi passati (si sono costituiti gruppi consiliari di dissidenti), e che ieri, nella sua silenziosa sopportazione del dibattito (i consiglieri PD non hanno quasi parlato), ha mostrato contemporaneamente ma non contraddittoriamente tutta la sua arroganza e tutta la sua debolezza.

Mentre le accuse e i distinguo si susseguivano (anche da parte di fior di ipocriti, gente che fino a poche settimane, pochi giorni prima, aveva approvato tutto supinamente, e ora invocava lo tsnumani urbanistico-giudiziario), appariva chiaro il vero dato politico della situazione fiorentina. La maggioranza agisce in modo autonomo e svincolato dal consiglio. È un modo a parte di decisioni e Il PD agisce in modo autonomo e svincolato dalla sua stessa maggioranza: i partiti minori della coalizione ignorano la maggior parte dei processi decisionali e le motivazioni delle scelte di fondo. La giunta, a sua volta, decide e comanda senza neanche comunicare con la gran parte dei consiglieri piddini. E, all'interno della giunta, in un groviglio di alleanze e rivalità, pochi assessori ed il sindaco fanno il bello ed il cattivo tempo, intervenendo su piani urbanistici e scelte strategiche con un colpo di penna, un cambio di parola, una telefonata. Pazzesco.

Anche se le scelte di questa amministrazione fossero state tutte oneste (e c'è da dubitarne) e tutte ottimali per il bene comune (e siamo certi che non è così), anche in quel caso il processo decisionale sarebbe stato completamente avulso dalle regole democratiche di rappresentanza e dai limiti istituzionali, essendo sempre stato elaborato fuori dal Municipio, o nelle stanze della Fondiaria, o negli uffici della Fiorentina Calcio, o in concorso (non previsto per competenza!) con la Regione e la Provincia. Un panorama avvilente, che si esprimeva perfettamente nei volti dei nostri eletti, che, tra un grido ed una offesa, si guardavano in cagnesco.

Poco convincenti sono stati gli esponenti del centrodestra, più impegnati a tirarsi fuori dalle sabbie mobili delle intercettazioni che non a lanciare una vera sfida programmatica alla giunta. La sfida seria, concreta, forte, diretta, l'ha lanciata Ornella De Zordo, consigliera della lista civica Unaltracittà-Unaltromondo, che, dopo aver giustamente ricordato come lei, spesso da sola, avesse denunciato le magagne emerse oggi fin dal 2004, ha presentato un ordine del giorno preciso ed inequivocabile, chiedendo le dimissioni del sindaco e della giunta.

A quel punto, il pubblico, che era stato relativamente composto, è scoppiato in un fragoroso applauso, che il Presidente non è riuscito immediatamente a sedare.

De Zordo la sfida l'ha lanciata alla maggioranza, ma soprattutto alle opposizioni: vedremo chi avrà il fegato e la volontà politica di firmare quell'OdG. Per adesso, solo Rifondazione ha aderito.

In serata, è ricomparso Cioni, al quale sta cominciando a mancare il terreno sotto i piedi nel suo stesso partito, ma il suo intervento autocelebrativo non ha commosso gli astanti. L'altro indagato nella vicenda Castello, Biagi, era assente in quanto dimissionario. Incredibilmente ancora al suo posto il capogruppo del PD, Formigli, sotto indagine per corruzione da mesi e mesi.

E infine, il voto che ha dimostrato l'arroganza e la debolezza del Partito Democratico alle quali accennavamo poc'anzi: con il solo voto contrario di quel partito, le modifiche al Piano Strutturale che riguardavano la collocazione del nuovo stadio a Castello sono state annullate. Nonostante le tonnellate di fango (e diciamo fango per non dir di peggio) uscite platealmente allo scoperto grazie alla pubblicazione delle intercettazioni, il PD ha difeso l'indifendibile, ha fatto quadrato attorno allo sfascio e alla caduta verticale di un sistema.

Follia suicida o strategia dell'impunità? Attendiamo le mosse di Veltroni.

 

Tags: corruzione, urbanistica, pd, affari, firenze, consiglio comunale, comune di firenze, domenici

Stampa Email

presto attivo il

Frammenti sulla Liguria

Frammenti su altre Regioni

Dossier & Speciali

I siti per le segnalazioni

Osservatorio Antimafia
www.osservatorioantimafia.org

Osservatorio Ambiente e Salute
www.osservatorioambientesalute.org

Osservatorio sulla
Pubblica Amministrazione
www.osservatoriopa.org

 

e presto online

sito in fase di allestimento