Catanzaro - Calabria - forse segnali di pulizia
Alla fine i nodi vengono al pettine, purtroppo in Italia sembra che per far emergere il "marcio" che infesta i palazzi del Potere sia indispensabile che qualcuno si sacrifichi - volente o nolente - ad essere fustigato in pubblica piazza e subire punizione esemplare. La verità dei fatti a volte tarda e per fermarla, l'arma consolidata del Potere è, da sempre, linciaggio e delegittimazione.
Come Casa della Legalità, insieme a DemocraziaLegalita.it, il 15 novembre 2006, scrivemmo una lettera appello pubblica al CSM e alla Procura Nazionale Antimafia. In questa scrivevamo, tra l'altro, che "in Calabria è il terremoto, ma si continua a farlo passare per un fenomeno sparuto e locale, dunque poco grave, quasi occasionale" ... "Il legame mafia-politica-istituzioni-affari è devastante in questa 'terra prediletta' di Calabria" ... "I magistrati che lavorano seriamente nelle Procure e nelle Distrettuali antimafia, come i reparti investigativi, non possono continuare ad operare in un contesto così, dove manca serenità e trasparenza. Non è quindi, solo, un esigenza di dare (e non togliere, come avviene) uomini, mezzi e fondi, ma di ristabilire quelle condizioni (e clima) ambientali nelle Procure e negli Uffici, che garantiscano la possibilità di indagine e azione penale da parte dei magistrati...
Ristabilire queste condizioni, significa anche contribuire a promuovere negli individui la fiducia nello Stato: il non abbattersi a credere che 'non cambierà mai nulla'. Ridare (o forse dare) al cittadino la concreta prova di quell'affidabilità che non intravede più nelle Istituzioni". Proseguivamo allora con: "Abbiamo sempre, immutata, fiducia nell'autonomia e indipendenza della Magistratura. In uno Stato di diritto, è proprio nella separazione dei poteri che trae garanzia il cittadino. Ma la separazione dei poteri deve essere, con l'indipendenza e autonomia, assoluta e non solo formale, generale. Il ruolo del Consiglio Superiore della Magistratura, è quello di tutelare, come ha fatto, questi principi, ed è anche quello di intervenire, quale sede di autogoverno, per verificare ed eliminare quelle storture che in alcuni casi si possono (come è successo e succede) riscontrare. E' necessario farlo, prima, opportunamente, per evitare ,che come al solito, chi vuole assoggettare il potere giudiziario a quello esecutivo, strumentalizzi e usi quelle storture a proprio favore, partendo dallo screditare la funzione della Magistratura. Chiediamo, quindi, con forza al CSM di fare chiarezza e se serve pulizia nelle Procure, ed al Procuratore Nazionale Antimafia di essere pienamente partecipe a questa azione". (per la versione integrale clicca qui)
Questo mesi e mesi prima che scoppiasse il cosiddetto "caso De Magistris", prima di Toghe Sporche, di Poseidone e di Why Not, non perchè si sia una sorta di "grilli parlanti", ma semplicemente perchè abbiamo l'abitudine di guardare, osservare con attenzione, alle dinamiche, ai fatti, senza alcun preconcetto ed in assoluta autonomia. Questo prima del rilancio della congiura dei silenzi che se nel 2006 ci vide oggetto delle "attenzioni" della Procura di Reggio Calabria per la pubblicazione della Relazione della Commissione di Accesso alla Asl di Locri, dove si evidenziava quell'infiltrazione (e condizionamento su quella struttura) della 'ndrangheta che la Procura di Locri non aveva mai notato, in quel momento (dopo l'inchiesta "Toghe Lucane" e l'avvio di "Poseidone" e "Why Not"), compì un salto di qualità inquietante - che denunciammo con forza - con nuove perquisizioni e denunce per giornalisti ed anche agenti dei reparti, per associazione a delinquere finalizzata alla diffamazione. Quindi poi è stata la volta dell'azione politico-istituzionale per fermare le inchieste di De Magistris. Durante questi accadimenti, il Csm ha continuato nel tacere per poi assumere la decisione di trasferire De Magistris, dimostrando, in questo complessivo quadro, di essere divenuto uno strumento saldamente condizionato dalla politica e non più, nuovamente, quella sede di autogoverno della Magistratura quale potere autonomo e indipendente dello Stato.
Noi in allora ci siamo schierati con i fatti, abbiamo pubblicato la Relazione "Why Not", con le telefonate e gli intrecci dei Potenti, assumendocene ogni responsabilità perchè in certe battaglie bisogna che ognuno faccia la propria parte, non solo a parole, ma facendo parlare e conoscere le carte che il Potere vuole nascondere. Ci siamo opposti a quello che era un golpe bianco, istituzionale, ma pur sempre un colpo di stato che sovvertiva il dettato della Costituzione, con un Ministro della Repubblica che chiede il trasferimento del pubblico ministero che sta indagando su di lui, sul suo primo ministro e su altri potenti. Non abbiamo ceduto, però, al tirar per la giacchetta nessuno... perchè se si chiede che la Magistratura sia effettivamente autonoma e indipendente dalla politica, e che il Csm si esprima serenamente senza condizionamenti esterni, occorre essere coerenti e non pretendere di condizionare dalla piazza. Si è atteso (e richiesto con nettezza) uno scatto di orgoglio da parte del Csm... ma non è giunto, anzi.
Ieri, il segnale che "non tutto è perduto", è arrivato. Ancora una volta da Magistrati, ma non dal Csm che poteva (e doveva) intervenire con nettezza - come dicevamo nel 2006 - per risolvere i problemi evidenti ed evitare, quindi, ulteriori degenerazioni, come quelle a cui abbiamo assistito, con grave danno per la credibilità e l'autorevolezza del Potere giudiziario. E se i segnali sono importanti, quello della Procura di Catanzaro, perquisita e oggetto di indagini della Procura di Salerno, lo è senza alcun dubbio.
Per tutta la giornata di ieri carabinieri e poliziotti, arrivati da Salerno, hanno iniziato nel battere a tappeto quegli uffici della Procura di Catanzaro in cui hanno operato, tramato e agito, altri giudici per, abusando del proprio potere, ostacolare la giustizia. Gli agenti, con i magistrati di Salerno (il procuratore Luigi Apicella e i titolari dell'inchiesta Gabriella Nuzzi e Dionigio Versani), hanno notificato avvisi di garanzia, perquisito gli uffici (e case) dei magistrati calabresi coinvolti nell'avocazione delle inchieste "Poseidone" e "Why Not", sottratte all'ex pm Luigi de Magistris.
Si legge sul Corriere della Sera di oggi, dall'inviato a Catanzaro, Calro Vulpio: "Nel decreto di perquisizione eseguito ieri, 1.700 pagine, i pm di Salerno accusano di concorso in corruzione in atti giudiziari, per aver tolto "illegalmente" a De Magistris "Why Not" e "Poseidone" - il procuratore di Catanzaro, Mariano Lombardi, il procuratore aggiunto, Salvotore Murone, il procuratore generale reggente, Dolcino Flavi, il parlamentare Giancarlo Pitelli e l'uomo ovunque Antonio Saladino" (leggi l'articolo integrale formato .pdf).
Questa operazione dei magistrati campani lancia quindi una speranza a tutti coloro che, come noi, credono nelle Istituzioni ma sopratutto nella Magistratura. E' un segnale di speranza a tutti quei giovani che studiano con passione giurisprudenza, seguendo le orme di legalità tracciate da Falcone, Borsellino, Caponnetto, Chinnici, Livatino, Caccia... cosi come degli stessi magistrati che svolgono il loro lavoro non piegano la schiena al Potere. De Magistris, con coraggio e fermezza, ha più volte portato alla ribalta l'unico dovere di un magistrato: portare avanti, senza compromessi, tutte le inchieste, anche quelle che toccano i vertici alti del Potere in cui il cancro dell'illegalità si è diffuso come quelle cellule impazzite che sono le metastasi. Questo in quel vespaio era non solo impossibile, ma inaccettabile e da fermare a qualunque costo... proprio come è stato e come oggi, grazie alla Procura di Salerno, sappiano. Non è diverso da ciò che accadde ai pretori d'assalto che si scontrarono con lo scandalo petroli, così è accaduto a Falcone e Borsellino, così è accaduto in ogni circostanza in cui Csm ha rinunciato alla propria autonomia e indipendenza. E' una storia drammatica che però, come si vede, ancora una volta, può essere cambiata.
La speranza è che questo segnale serva a far comprendere che De Magistris era sì un corpo estraneo nella Procura di Catanzaro, ma lo era per il tradimento che i suoi colleghi hanno compiuto verso il giuramento compiuto quando scelsero di indossare la toga. Speranza che si comprenda l'assurdità di quell'inchiesta sui giornalisti, come Carlo Vulpio, che non hanno taciuto e che per questo sono stati perseguiti. La speranza che anche le altre Procure (della Calabria e su sino al Nord) che prediligono il sonno, con un'azione penale decisa e ferrea con i deboli e discretamente assente per i potenti ed "amici degli amici", non restino templi intoccabili. E' speranza, quindi, che alla fine vengano spezzate quelle pratiche di delegittimazione, di calunnia, di annientamento attraverso l'isolamento, abilmente e sistematicamente usati dal Potere, attraverso i propri tentacoli, contro chiunque osi contrastare l'illegalità (sorte che, ad oggi, è spettata a magistrati, giornalisti, associazioni, come singoli cittadini, che non si siano mostrati chini ai potenti di turno che gli intimavano di fermarsi, di non disturbare, di tacere i fatti). Una speranza che veda finalmente che non si fanno distinzioni tra morti ammazzati di serie A, persone con nomi famosi, e di serie B, persone da nomi e vite comuni... Speranza di non vedere prosciogliere gli amici di potenti (siano essi politici, faccendieri, massoni o mafiosi) e perseguire invece chi è vittima e 'osa' chiedere giustizia rivolgendosi allo Stato (e non ad una cosca), rendendosi colpevole di rompere quegli "equilibri" di una terra di mafia che in fondo sono accettati anche da chi dovrebbe combatterli perchè così si vive più tranquilli...
Quello di Catanzaro è un seme che da speranza... sta a ciascun cittadino libero, avere il coraggio di essere "destabilizzante", impegnandosi prima di tutto contro quella cultura dell'indifferenza, dell'acquiescenza, dell'omertà che sta alla base di questo "sistema" corrotto, colluso e marcio, senza cedere ad ipocrisie e compromessi morali.
La risposta, la contro-offensiva non tarderà ad arrivare. Ma oggi abbiamo qualche elemento in più per capire che si era sulla strada giusta, che vi è la possibilità di cambiare un futuro che sembrava già scritto. Dobbiamo tenere alta l'attenzione ed essere pronti a muoverci... nessun cambiamento può essere affidato ad altri, richiede che sia ognuno di noi ad agire, partendo dall'informarsi e dall'informare, perchè la questione di una magistratura corretta, indipendente e autonoma, non è esigenza di pochi, bensì unica garanzia, prima di tutto, per cittadini, per i non potenti. Lo Stato di Diritto sancito dalla Costituzione della Repubblica, per troppo tempo e troppe volte è stato "Diritto formale" e non "sostanziale" perchè l'indifferenza nostra ha permesso che ciò avvenisse e si perpetuasse... cerchiamo di non concederlo ancora.
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