De Magistris, pessimo segnale...
Difendere l'autonomia e l'indipendenza della magistratura, affermare la separazione dei Poteri significa coerenza. A volte sacrificio con il perseguire per cammini difficili, ardui. E' come la difesa della libertà: significa sapere, a priori, che bisogna pagare un prezzo. Le scorciatoie, le contraddizioni, non aiutano.
Non solo gli atteggiamenti, come i comportamenti e le scelte, sono determinanti in questa battaglia di affermazione dei principi Costituzionali. Ognuno deve promuoverli nel proprio ambito, senza mai sconfinare nell'altro, altrimenti finirebbe nel legittimare le invasioni di campo che si dichiara di voler combattere,... arrivando ad avvallare lo sfaldamento di quella separazione dei Poteri che si rivendica...
Non solo gli atteggiamenti, come i comportamenti e le scelte, sono determinanti in questa battaglia di affermazione dei principi Costituzionali. Ognuno deve promuoverli nel proprio ambito, senza mai sconfinare nell'altro, altrimenti finirebbe nel legittimare le invasioni di campo che si dichiara di voler combattere,... arrivando ad avvallare lo sfaldamento di quella separazione dei Poteri che si rivendica.
La scelta di Luigi De Magistris di candidarsi alle elezioni europee è, secondo noi, un grave errore. Non solo per quanto detto, bensì anche per altro.
Partiamo dal presupposto che la battaglia per legalità e la giustizia in Italia non possa prescindere da una battaglia culturale e civile, capace di "liberare" le coscienze e far sì che la Legalità, la Giustizia, le "regole", siano considerate "utili" a tutti; non quindi come oggi percepite quale ostacolo, peso, utili per gli altri ma non per se. Oggi è questa la concezione distorta che è dominante nel Paese (e non per Berlusconi, ma da prima e oltre Berlusconi, che ne è solo uno degli esponenti preminenti, interscambiabile, come si è visto, ad altri).
Oggi la percezione della Giustizia è quella di una "battaglia politica", di una "questione politica". Questo è per la stragrande maggioranza degli italiani. Se non si cambia questo rapporto di forza non si cambia nulla. I Governi e gli eletti, locali e nazionale, li sceglie la maggioranza che vota, una maggioranza figlia di quella cultura e viziata da un'accettata logica clientelare o del ricatto.
Quando un magistrato "osa" indagare sul Potere, come nel caso del lavoro svolto - anche con tutti gli errori formali - da Luigi De Magistris, l'accusa è sempre la stessa: "vuole fare politica", "vogliono condizionare la politica per via giudiziaria", ecc ecc.
Nel momento in cui un magistrato, che è stato protagonista di una delle più pesanti inchieste su politica e corruzione, come De Magistris, entra nell'agone politico, candidandosi, non fa altro che rafforzare nella percezione degli italiani che quelle accuse non fossero poi tanto sbagliate.
Non solo la sua credibilità e quella della Magistratura che non si china al Potere sarà quindi intaccata, ma lo sarà anche la credibilità delle inchieste sui fatti devastanti e perversi commessi da politici e faccendieri, che lui aveva scoperto e peresguito.
Questo sarà quello che percepiranno gli italiani. Questo sarà quanto verrà ribadito dalla politica. Questo è ciò che i media che abbiamo faranno passare.
Certo domani qualcuno urlerà, come dopo Piazza Navona o Piazza Farnese, che la politica ed i media hanno distorto il messaggio, ma questa è un ingenuità palese... Non mi lamento domani di ciò che so accadrà a seguito di quello che faccio oggi!
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