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Parliamo chiaro... le ipocrisie fanno danni!

Basta all'ipocrisia mascherata di belle paroleAncora una volta ci torniamo perché quanto sta accadendo nelle ultime settimane è davvero preoccupante.

Noi non eravamo il 21 marzo a Napoli, siamo 365 giorni l'anno in prima linea nelle azioni di contrasto concreto e non a parole (tuonanti e fotocopia) alle mafie, all'illegalità ed accanto alle vittime. Per noi memoria e impegno non è vuota retorica del ricordo ma impegno per verità e giustizia, per sconfiggere quelle storture di un sistema che è malato e colpisce inesorabilmente il debole, salvaguardando quella non scritta ma perpetuata impunità del potente di turno...



Non eravamo a Napoli perché parlare di lotta all'illegalità, alle mafie, come alla corruzione ed alle collusioni, significa essere coerenti nel scegliere coloro con i quali ci si accompagna. Altrimenti è solo ipocrisia, un ipocrisia pericolosa, a tratti meschina, che abusa dei sogni, della speranza, come del dolore e del ricordo, per assegnare a chi elargisce fondi e aiuti un patentino di verginità che i fatti dicono non sia per nulla meritato.

Noi siamo tra quelli che credono non ci debbano essere martiri o simboli per la lotta alle mafie.  Per combatterle serve solo l'impegno quotidiano, concreto, fatto di normali atteggiamenti e scelte coerenti... questo può permettere di vincere, non le parate piegate dal compromesso o le parole a cui non seguono fatti. Per questa ragione abbiamo sempre operato senza guardare in faccia nessuno, considerando - nei fatti, concretamente, e non a parole - che non esistano intoccabili o santuari inviolabili. La lotta alle mafie, l'impegno per affermare legalità e giustizia sociale - che sono e restano inscindibili -, necessita di serietà e credibilità. Non ci si può improvvisare e non si può "giocare"... si farebbero danni! Ed ecco, allora, che diviene evidente che nel fare questo non si può che agire osservando, analizzando e denunciando i fatti, così come nell'informare, a 360 gradi, senza strabismi di comodo o convenienza. Non esiste meno o maggior peggio... e se si adottano due criteri e due misure, per accusare alcuni e salvare altri, non si è più credibili, si fa un gioco politico, non si persegue quel fine tanto dichiarato di verità e giustizia.

Ed allora ecco perché abbiamo denunciato con forza le storture che esistono in molti di quei movimenti che si rifanno all'impegno per la legalità. Lo abbiamo fatto perché serve chiarezza ma anche perché speriamo che le cose possano cambiare. Infatti non si può, ad esempio, tacere che molte delle cooperative nate sui terreni confiscati facciano affari con società legate alle stesse mafie a cui sono stati confiscati i beni. Occorre saperlo, chiedere chiarezza e soluzione. Allo stesso modo abbiamo detto che i movimenti antimafia, legati alla politica, vere e proprie colonizzazioni degli apparati politici nella cosiddetta società civile, sono un pericolo che mina alla radice la credibilità delle battaglie per la legalità e la giustizia, che non hanno e non devono avere colore politico! Ed ancora non potevamo tacere che quei movimenti e simboli mediatici della lotta alle mafie, rappresentano null'altro che storture utili allo stesso potere che gestisce quei media tanto disponibili verso certi "ospiti".

E' quindi fuori da ogni retorica o reticenza sui fatti che occorre sapere che quando si fa, ad esempio, inchiesta e informazione, non esistono amici e non si può accettare alcun legame con il "sistema". Se lo si fa non si è più liberi, l'autonomia e l'indipendenza di giudizio rischia di essere annullata. E questo, attenzione, dire tutto questo, non è minare quella fantomatica "unità" dell'antimafia, che peraltro non vi è mai stata e sempre meno vi potrebbe comunque essere. L'impegno per la legalità e la sconfitta delle mafie, passa prima di tutto dal rifiuto di ogni compromesso morale, dal rigetto di ogni logica di vicinanza o simpatia politica, dalla correttezza e coerenza. Come detto, è una cosa seria... e non la si può mescolare con chi pensa di giocare con le macchinine, con chi la usa per farsi una strada politica, con quanti amano la ribalta e per questo si fanno strumento di diffusione di storture utili al Potere. L'unità esiste nel momento in cui nessuno vuole usare le bandiere dell'antimafia per i propri fini di carriera o per agevolare quanti ad esso sono legati. Chiaro?

Può piacere o meno questa nostra impostazione. Può essere etichettata come integralismo o come ricerca di purezza. Non è nell'uno nell'altro. E' solamente un impegno coerente, senza ipocrisie e senza storture. Chiunque lo condivida ci troverà sempre al suo fianco.

Sarebbe certamente facile scegliersi un "protettore" politico, qualcuno che addentro a quel sistema di Potere colluso e corrotto, possa dare sponda e sostegno. Ma allora faremmo politica non impegno civile e sociale. Sarebbe altrettanto facile e remunerativo scegliere di usare la protesta per pilotarla dove vuole il Potere, fasi guru della legalità e sfiancare le energie dei movimento, per poi consegnarne una parte al disimpegno ed all'acquiescenza e l'altra parte al politico amico. Ma allora si farebbe solo il gioco del Potere e non della Giustizia... dei cittadini. Non si può infatti fare informazione per "orientare" l'opinione pubblica... questa è comunque manipolazione dell'informazione. Significherebbe far passare un messaggio, non corretto sui fatti, per il fine di far credere e pensare ciò che si vuole. Nulla di diverso da quello che fa il Potere, che non a caso ama, storicamente, usare non solo un informazione piegata e manipolata per distrarre e orientare, ma anche il ricorso ad abili uomini, insospettabili, per controllare la protesta, indirizzarla dove questa diviene innocua... Si chiama "normalizzazione".

Noi crediamo fermamente nella necessità di far prendere coscienza a questo Paese, a quella maggioranza di cittadini che oggi hanno paura della "libertà" di pensare, valutare e agire. Lo abbiamo già detto, ad esempio per spiegare con chiarezza perché non saremmo stati parte di mobilitazioni troppo "politicizzate" che si ripetevano nelle piazze di Roma. Non possiamo infatti prescindere da un fatto: in Italia la maggioranza, anzi la stragrande maggioranza, è convinta che le "regole" siano un peso, che la "legalità" sia un freno. Con questa cultura dominante non si va lontani, ed il sistema della corruzione, così come la clientela e le collusioni mafiose, può godere sulla completa indifferenza, dei cittadini, che non a caso, su larga scala, non rigettano affatto la pratica della raccomandazione, della "furbata", accorgendosi delle ingiustizie solo nel momento - ed esclusivamente in quello - in cui vengono colpiti direttamente. Ed è per questo che non possiamo accettare scorciatoie o inganni, più o meno in buona o cattiva fede, che ci vengono proposti ad esempio nel sostegno a candidature che sono totalmente inutili rispetto a ciò per cui si dice di voler perseguire, e che rappresentano esplicitamente un piegare le battaglie per la legalità, contro le mafie... per le vittime e la giustizia, ad una bandiera politica (che poi è tutt'altro che credibile proprio sul terreno della "legalità" e dell'"etica", come dei principi democratici, come dimostrano fatti, scelte e uomini, che non si possono tacere se in possesso di un briciolo di onestà intellettuale).

Tutto qui, così siamo, se vi pare e pure se non vi pare. Per queste ragioni noi andiamo avanti, territorio per territorio, lavorando con quelle piccole o grandi "tribù" di liberi cittadini che, come noi, non accettano ipocrisie, giochi politici o di potere. Con questi noi andiamo avanti, nella massima unità e lealtà... con gli altri no, scusateci... Ognuno sceglie le strade e gli obiettivi che ritiene perché la libertà è inviolabile, ed è proprio per questo che, quindi, chiediamo rispetto per la nostra. Non siamo disposti ad accettare etichettature o insulti perché non ci chiniamo alla logica di un "unità" fasulla, falsa... viziata dal "tacere" fatti che sugli altri invece si denunciano a grande voce, con parole di sdegno e indignazione. Ognuno percorra la sua strada, noi abbiamo questo "cammino" intrapreso, figlio di assoluta e totale indipendenza e autonomia, sempre più arduo e che sempre più sconta l'isolamento che tentano di imporci... Ma, come detto, non rinunciamo ad una strada che seppur difficile è certamente l'unica capace di quella libertà che ci permette di dire ogni cosa vada detta su ogni partito, ogni amministrazione o governo, su ogni potente o istituzione, su ogni cosa ed ogni fatto. Noi siamo convinti che serva "liberare" le coscienze e far sì che queste comprendano la realtà con il ragionamento... Non vogliamo inculcare o convincere... non facciamo propaganda... come detto non giochiamo e non scherziamo!

Così, con le difficoltà ad andare avanti fuori da compromessi morali, noi continueremo a fare inchieste, perseguiremo nel raccogliere e seguire le segnalazioni che ci giungono... andremo avanti nel sostenere quanti devono essere sostenuti e mai lasciati soli, come i testimoni di giustizia e le loro famiglie, le vittime, così come i giornalisti liberi e corretti... Proseguiamo nel collaborare con i reparti investigativi dello Stato e con la Magistratura e, nello stesso spirito, continueremo nel denunciare le storture - quando non le connivenze e complicità - che negli apparati dello Stato e della Giustizia vi sono. Con fatica, umiltà ma con la dignità di essere coerenti, corretti e liberi.

 

Tags: antimafia, ipocrisie

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