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A Palermo il clientelismo alimenta illegalita'. Difendiamo l'APAS evitiamo l'emergenza

AGGIORNAMENTO AL 10.12.2009 - PORTARE NELLA LEGALITA' CHI PRIMA ERA ALLO SBANDO E POI TRADIRE LA FIDUCIA DI QUANTI HANNO CREDUTO POSSIBILE UN CAMBIAMENTO, E' DEVASTANTE... Uno dei ragazzi della Cooperativa APAS, che ancora attende che Comune, Amia e Prefetto si muovano, dopo mesi e mesi senza stipendio, dopo la scandenza del contratto, non aveva più nulla con cui sopravvivere. E' stato portato alla necessità di rubare per mangiare, credeva che una vecchia centralina Enel fosse abbandonata, ha provato a prendere il rame... Adesso è in fin di vita all'Ospedale. Complimenti Comune di Palermo, Amia e Prefetto di Palermo, state distruggendo non solo la speranza di cambiamento, di coniugare legalità e sviluppo... di dare un futuro nella "legalità" e di "dignità" ai cittadini, ma state soprattutto spingendo verso l'illegalità chi vuole solo un onesto lavoro... siete responsabili di cosa sta accadendo, siete responsabili morali anche per quel ragazzo in fin di vita!

Noi stiamo con la Cooperativa APAS. Si muova il Prefetto!A Palermo la questione rifiuti continua ad essere usata dalla politica per alimentare i propri affari. E quando si parla di affari ci sono i faccendieri e ci sono i mafiosi. Questo accade giorno per giorno con il comportamento di AMIA e del Comune di Palermo. Non è bastato drenare soldi pubblici dei cittadini con AMIA, che ha fatto dell'inefficienza e del clientelismo la propria linea lasciando dietro di se un buco colossale ed andando, quindi, dritta (e come da copione) al fallimento. No, non bastava questo. Con i mafiosi, a partire direttamente da Lo Piccolo prima dell'arresto, che indicavano tranquillamente pure i propri desiderato in materia... Una raccolta differenziata bloccata per alimentare il sogno dell'inceneritore o affini. No, nemmeno questo bastava. Non sono bastate le strade piene di rifiuti, cassonetti in fiamme... niente... A Palermo i rifiuti sono strumento di clientela e illegalità, non quindi occasione di sviluppo e legalità. Vediamo quindi questa storia molto concreta, fatta di carne e ossa di tanti lavoratori che hanno scelto la via della legalità per andare avanti e sono stati "bastonati" da un "sistema" malato, dal Comune ad AMIA sino agli altri palazzi del Potere che si mostrano colpevolmente indifferenti...


Dall'esperienza dei cenciaioli è nata la Cooperativa APAS (di cui abbiamo già parlato e con cui abbiamo stabilito una forte collaborazione), fatta da chi, con un lavoro che a Palermo è tradizione, ha saputo mettersi insieme, costruire un occasione di occupazione pulita, pienamente dentro il terreno della Legalità e della difesa del bene pubblico. Una Cooperativa Sociale, piccola, nata davvero dal basso, non per il "battere cassa" di qualche fondo per l'assistenzialismo, bensì per dimostrare le capacità e potenzialità lavorative nel settore dei rifiuti, con il recupero ed il riciclo. Una struttura, come si vedrà, capace di dimostrare che con una gestione centrata sulla legalità e la dignità, non solo di dava occupazione stabile a chi non l'aveva e quindi un reddito pulito in Sicilia ad un centinaio di famiglie. E visto che questo scardinava le fondamenta di un potere politico, mafioso e clientelare cosa succede? Si rende la vita impossibile ai lavoratori della Cooperativa APAS... si evita, come vedremo, di rinnovare la convenzione, non gli si paga il dovuto impedendo che si distribuiscano i salari... ed intanto alcuni Consiglieri Comunali, in vista delle elezioni, fanno costituire nuove cooperative, con i loro "sudditi", promettendo che saranno queste ad ottenere la convenzione ed i soldi... la solita vergogna che non si vuol vedere, che nessuno sembra voler vedere!

Ieri incontro in Comune andato a buca, come il giorno prima... assenti Giunta, AMIA e Prefetto.
Questo, dopo mesi senza pagamenti e la conclusione dell'assenza del rinnovo della convenzione, fondamentalmente, sintetizzando, per tre ragioni:

- la Cooperativa APAS ha dimostrato che con pochi mezzi e uomini riesce ad effettuare una raccolta differenziata nettamente superiore a quella che fa AMIA con un impressionante forza lavoro e mezzi a disposizione;

- con questo lavoro la Cooperativa APAS (raccolta differenziata e conferimento diretto alla piattaforma) ha fatto non solo risparmiare AMIA ma addirittura ha procurato un guadagno ad AMIA;

- sono nate alcune nuove Cooperative (senza esperienza) su iniziativa di alcuni consiglieri comunali che vorrebbero avere a scapito della Cooperativa APAS la convenzione prima delle elezioni al fine di promuovere quella tradizione devastante della clientela.

La situazione rischia di esplodere - anzi sta esplodendo - e chi può fare non fa. Perché a Palermo servono sudditi e non cittadini. Questa è la motivazione. Si vuole portare all'esasperazione i lavoratori e le loro famiglie. Bisogna costringerli a supplicare elemosina. Si vuole aspettare che il clima si scaldi e diventi problema di "ordine pubblico" per "bastonare" anche fisicamente e con denunce quei lavoratori e magari le loro mogli ed i loro figli? No... bisogna che questo non sia permesso... perché quando le Istituzioni e le Pubbliche Amministrazioni vogliono rubare i diritti e negano la dignità a chi lavora onestamente, a chi ha dimostrato capacità e vera tutela dell'interesse pubblico (cioè esattamente l'opposto di quanto dimostrato dai faccendieri che hanno devastato AMIA ed il Comune di Palermo)... allora anche la ribellione per pretendere il rispetto dei propri diritti è legittima! E che quindi il Prefetto si svegli un attimo e provveda con una convocazione urgente, immediata il Comune ed AMIA e faccia firmare quel rinnovo della Convenzione con APAS (che non ha un budget fisso, bensì una percentuale di quanto, con il proprio lavoro, fa incassare ad AMIA) e faccia subito pagare il dovuto da AMIA alla Cooperativa APAS... E se il Prefetto non si accorge di cosa sta accadendo che il Questore alzi il telefono e chiami il Prefetto, gli segnali che è l'atteggiamento di AMIA e del Comune che rischia di far esplodere un'ennesima emergenze a Palermo, gli dica dell'esasperazione che vi è nei lavoratori dell'APAS e gli dica delle pressioni (che certamente un attento settore investigativo dovrebbe aver registrato) sulla partita dei "rifiuti" a Palermo, anche a danno della Cooperativa APAS. I lavoratori della cooperativa APAS non vogliono padrini, vogliono il rispetto dei propri diritti!

Ed ora il quadro della situazione così come mi viene descritta:


A seguito di tanti scioperi e manifestazioni, occupazioni di discariche e denunce a mai finire a luglio 2009 la giunta comunale crea un atto d'indirizzo sul riconoscimento storico del cenciaiolo, mestiere da preservare e tutelare.

Fin da questo istante si evince la politica ambigua e scorretta, in quanto chi ci ha redatto l'atto d'indirizzo aveva specificato la Cooperativa Apas nello stesso, ma questa citazione è stato fatta togliere perché era "troppo selettiva". Quindi con il ricatto che non venisse discusso e deliberato l'Atto è stato fatto togliere il riferimento alla Cooperativa APAS dei cenciaioli, facendo un riferimento generale al lavoro storico del cenciaolo.

Dopo di ciò si sono aperte le trattative ed i tavoli tecnici per la stipula della Convenzione con la società d'ambito Palermo Ambiente ATO 3, dove si definivano la prestazione d'opera che doveva effettuare la Cooperativa e che mezzi doveva utilizzare. E già qui sarebbe curioso sapere (magari la Procura potrebbe aiutare a capire!) che ATO 3 non è nemmeno iscritta all'albo gestore rifiuti e non si sa, quindi, come abbia fatto a ricevere i fondi per l'acquisto dei mezzi.
In questa trattative tra APAS e ATO si parlava di circa 40 mezzi (che ATO 3 non utilizza ma sono ceduti ad AMIA). In un tavolo tecnico ATO 3 dice che AMIA doveva restituire i mezzi per passarli alla Cooperativa APAS. Dopo di ciò AMIA blocca tutto fa pressioni e per così dire evita che venga firmata la Convenzione, che avrebbe salvato Palermo ed i lavoratori dell'APAS.

A questo punto il presidente dell'AMIA, Lo Cicero (che sarà curioso vedere come esce dal procedimento per il buco di AMIA, sic!) per farsi bello fa una Convenzione con APAS per 3 mesi. Affida quindi 16 mezzi, ma nessuno stabilisce ne da quando parte la Convenzione ne da quale autoparco APAS avrebbe dovuto prendere servizio.

A fine agosto la Cooperativa si reca all'autoparco della zona industriale di Brancaccio per prendere servizio. Li i lavoratori di APAS vengono bloccati e denunciati per interruzione di pubblico servizio!

Alla Digos viene dimostrato dai responsabili della Cooperativa che vi è un contratto e che sono loro che stanno bloccando il pubblico servizio, ci danno ragione e per evitare che la denuncia scattasse contro di loro, dopo qualche giorno il direttore dell'AMIA fa una lettera temporanea per 15 gg come periodo di affiancamento formativo ai dipendenti AMIA.

Come se i gli operai di APAS dovessero fare formazione. Mettiamo mano ed il 2 settembre 10 operai vanno in affiancamento e con l'affidamento di 2 soli mezzi iniziamo a lavorare con gli altri.

Già le cose non quadrano quindi. Come mai l'APAS ha un contratto firmato dal presidente per 3 mesi e nessuno lo fa valere, ma vale una nota che ha firmato il direttore per soli 15 gg? Ostacoli su ostacoli... mezzi guasti, sabotaggi, rallentamenti sulla firma dei formulari ecc....

In ogni modo a poco a poco, scalciando un po' i lavoratori dell'APAS riescono ad ottenere 10 mezzi su 16 scritti nella Convenzione.

Scadono i primi 15 gg e li buttano fuori... altri giorni di sciopero per ottenere il rinnovo di questa "nota" che a questo punto risulta valere più di un contratto, di una Convenzione.

Ottengono il rinnovo per altri 15 gg. alla scadenza dei quali siamo allo stesso punto... altro sciopero per avere il rinnovo.

Come si può capire è stato fatto tutto ciò che possibile e impossibile per rallentare il tutto e soprattutto scoraggiare, stancare i lavoratori dell'APAS. Nel frattempo però mandano controlli a raffica, piovono accuse di ogni genere, minacce, pressioni per assunzioni ecc...

Ma si va avanti... non si cede. APAS raccoglie sul territorio cittadino urbano e conferisce in piattaforma Conai, AMIA fattura al Conai (e incassa), APAS fattura ad AMIA ed alla fine AMIA ci dovrebbe pagare (ma i soldi non arrivano).

AMIA però visto la situazione di buco finanziario, non fattura al Comieco come dovrebbe o meglio dovrebbe fare per regolarità, crea problemi nel bonifico ad APAS e tanto altro... in altre parole ad oggi abbiamo prodotto un introito di 60.000 euro ed AMIA ce ne ha girati solo 30.000.

Da lunedì i ragazzi dell'APAS si sono fermi perché non vedendo futuro né certezze.

E mentre i lavoratori dell'APAS sono in queste condizioni... qualcuno continua a mangiarsi i soldi pubblici per la gestione dei rifiuti mentre si fanno guadagnare i "signori" del business e delle Discariche. I soldi per i mezzi qualcuno se li mangia (negli acquisti, passaggi e pure nelle riparazioni), i soldi per dipendenti di AMIA finiscono ad una moltitudine di lavoratori di cui pochi lavorano e molti sono solo clientelismo... I lavoratori dell'APAS invece sono portati alla fame... e non è che soldi non ce ne sono... ci sono... ad esempio basta leggere qui... su iniziativa del Commissariato per l'Emergenza Rifiuti di Palermo per 50 studenti da impegnare per "attività di informazione e sensibilizzazione della cittadinanza di Palermo sulla raccolta differenziata dei rifiuti urbani"... peccato che in parallelo, come abbiamo visto chi fa la raccolta differenziata lo si lasci a spasso, non si rispettino nemmeno gli impegni scritti e li si riduca sul lastrico!

 

Tags: palermo, rifiuti, amia

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