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'Ndrangheta in Liguria | il contesto che ha colpito Rolando Fazzari

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"Quanto" votano le mafie... qualche riflessione pre-elettorale

Marcello Dell'Utri alcuni giorni fa ha dichiarato pubblicamente che "Vittorio Mangano è un eroe". I fatti dicono che il Mangano era un Uomo d'Onore della famiglia di Porta Nuova,...

testa di ponte di Cosa Nostra nel Nord, referente di quegli imprenditori importanti (Berlusconi e Dell'Utri), messo poi da parte da Totò Rina per gestire direttamente i rapporti nel momento in cui si preparava la "discesa in campo" con la fondazione di Forza Italia. Detto questo Marcello Dell'Utri non è uno stupido, anzi. Il braccio destro di Silvio Berlusconi, già condannato per concorso esterno in associazione mafiosa con Cosa Nostra, è persona sottile e intelligente. Se lancia un messaggio così dirompente in chiusura della campagna elettorale è inequivocabilmente per lanciare un segnale a Cosa Nostra.

Le mafie vivono di segnali ed in questa campagna elettorale avevamo assistito a diversi "messaggi". Il primo è stato quello del PD con l'esclusione dalle liste di Beppe Lumia, condannato a morte da Cosa Nostra, mentre candidavano Vladimiro Crisafulli, amico frequentatore di mafiosi, come hanno dimostrato inequivocabilmente le riprese del suo incontro con il boss Bevilacqua. Un segnale chiaro, lanciato dal PD e confermato da Veltroni a Genova e a Porta a Porta: chi è contro la mafia è messo alla porta, chi è amico della mafia è candidato! Il secondo è, invece, quello dell'Udc di Casini che ha resuscitato nientepopodimenochè Calogero Mannino e messo come capolista Totò Cuffaro appena condannato in primo grado per aver agevolato singoli boss mafiosi. Il PD sull'onda della protesta della propria base, a seguito della mobilitazione della Casa della Legalità, dei Meetup e di Beppe Grillo, è tornato su suoi passi ed ha "trovato il posto" per Lumia, tanto ormai il segnale è stato lanciato, chi doveva capire quale è la linea lo ha capito!

Ora Dell'Utri con questa dichiarazione, parallela al ritorno del Berlusconi che attacca i magistrati. Sembra proprio una campagna elettorale alla rincorsa per accaparrarsi il voto mafioso, alla faccia delle dichiarazioni (di tutti) contro le mafie ed alle dichiarazioni di "rifiuto" dei voti mafiosi. Ecco perché Dell'Utri ha fatto, probabilmente, quella dichiarazione: per recuperare, per cercare di garantire, al Pdl quel pressoché unanime consenso di Cosa Nostra, nel momento in cui - dopo gli arresti dei boss al vertice dell'organizzazione e dopo che tutti hanno candidato personaggi collusi e contigui (quando non già condannati per rapporti provati) con Cosa Nostra- quel voto praticamente monolitico potrebbe venire meno. Non possiamo sapere quale segnale sarà prevalentemente accolto... Quello che è certo è che le mafie sono sempre più (alla faccia delle dichiarazioni tuonanti) il vero "bacino elettorale" a cui i partiti (tutti) mirano e aspirano.

Sorpresi? No! Sapevamo già! D'altronde è stata ridicola la risposta del Viminale per impedire il voto di scambio politico-mafioso. Il Ministro Amato ha pensato bene di ribadire che è vietato fotografare, con i videofonini, la propria scheda nella cabina elettorale per dimostrare di aver adempiuto al comando del boss o per guadagnarsi qualche euro sovvenzionato dalle casse del denaro sporco di mafia o camorre. Che genio il Ministro Amato: vietare una cosa che era già vietata! Sicuramente Cosa Nostra, ‘ndrangheta e camorre in questi giorni sono tramanti, non sanno proprio dove sbattere il capo perché Amato ha detto che il reato di voto di scambio non si può fotografare! Peccato che non risulti alcun provvedimento che permetta di rendere effettivamente concreto questo divieto. Infatti per renderlo fattibile occorre che quanti entrano nel seggio dichiarino di avere un videofonino e lo consegnino volontariamente al Presidente del seggio. Si sa i mafiosi e chi esegue i loro ordini sono persone corrette che nel commettere un illecito, come il voto di scambio, si auto-denunciano per le foto che lo provano, sic!

Ma andiamo avanti... E' di questi giorni la notizia che il senatore Sergio De Gregorio, quello che Di Pietro ha portato in Parlamento e che è tornato subito con Berlusconi, è indagato per associazione mafiosa con la ‘ndrangheta. Peccato che tutti in Calabria sanno chi è De Gregorio (come sanno chi sono i Laganà, ora del PD). Per Di Pietro invece non pervenuto, come non è pervenuto nemmeno al suo uomo di fiducia e legale (nonché consigliere d'amministrazione dell'Anas), ovvero l'Avv. Scicchitano. Loro, De Gregorio non lo conoscevano, lo hanno candidato così, passava per caso e li ha colpiti il suo carisma, sic! Questa Calabria, d'altronde, ha sempre riservato cattive sorprese al cosiddetto "moralizzatore", buon vecchio amico di Cesare Previti, che nel 1994 vide nel partito fondato da Dell'Utri il vero "rinnovamento". Infatti in Calabria Di Pietro è stato protagonista di un bellissimo tour elettorale con l'allora sindaco La Rupa, indagato anch'esso, per legami con la ‘ndrangheta. Di Pietro - in quella terra di Amantea, dove il voto di scambio vedeva, secondo gli inquirenti, il La Rupa referente dei clan mafiosi - indicava il Rupa come simbolo del "rinnovamento", alzandogli il braccio al cielo.

D'altronde non c'è che dire... Veltroni e Di Pietro hanno già chiarito che per spirito democratico faranno le Riforme Istituzionali e Costituzionali con lo "schieramento avversario", ovvero con Berlusconi e Dell'Utri. Una nuova Bicamerale ci attende... dove si riscriverà l'assetto dei poteri dello Stato (Giudiziario, Esecutivo, Legislativo) insieme a Berlusconi e Dell'Utri! Che bella complementarietà!!! Nemici per accreditarsi il voto delle proprie basi e amici nel riscrivere - come è già accaduto nelle passate legislature - le leggi che servono a loro ed agli "amici degli amici", partendo dai mafiosi (vedi Riforma della legge sui collaboratori di giustizia, il "Giusto Processo", ecc ecc).

Noi non ci renderemo complici di tutto questo e non chiniamo il capo alle paure che questi vogliono inculcarci per costringerci "emotivamente" a cedergli, ancora, il nostro voto, per poi continuare nel grande inganno che li vede su barricate opposte pubblicamente per poi sedersi insieme al grande banchetto del belpaese.

PS
Chi ci casca, cedendo al loro gioco delle parti, in buona o cattiva fede, domani non pianga... con il proprio voto li avrà legittimati.

 

Tags: mafie, voti

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