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L'imprenditore, i camalli e la concessione revocata

Aldo Spinelli porta indietro le lancette di quasi cinque anni. Bisogna andare a scartabellare i giornali dell'ottobre 2003 per capire l'inghippo che ha convinto il presidente del Livorno Calcio a rivendicare per sè le banchine del terminal Multipurpose, ignorando di fatto la revoca della concessione decisa dal Comitato portuale nel 2003, appena prima di avviare la famosa gara, poi annullata, che vedeva la compagnia ginevrina Msc in pole position...

Prima che sul Multipurpose mettessero gli occhi gli svizzeri di Msc e gli operatori genovesi che poi hanno accettato l'opzione spezzatino, questo terminal di Sampierdarena era dato in concessione a un consorzio formato al 50% dal Centro Servizi Derna di Aldo Spinelli e al 50% da Terminal Multipurpose spa. Quest'ultima società era divisa tra la Compagnia Unica di Paride Batini (82%), e gli imprenditori genovesi Aldo Spinelli, Augusto Cosulich e Gianni Scerni, ciascuno con una quota del 6%. Alla fine del 2002 viene però siglato nel porto di Genova il patto sul lavoro che, anche in ossequio alle leggi Ue, impone alla Compagnia Unica di dismettere le proprie attività terminalistiche.

In cambio, i camalli ottengono dai terminalisti e dall'Autorità portuale l'esclusiva per la fornitura di manodopera sulle banchine (insieme alla Pietro Chiesa per il carbone). A questo punto, chiaramente, il Multipurpose deve passare di mano. Si avviano così febbrili trattative per il passaggio delle quote detenute da Paride Batini in Terminal Multipurpose spa ai terminalisti genovesi interessati. Che sono, stando alle cronace di allora, il gruppo Messina, Aldo Spinelli, Gianni Scerni e Aldo Grimaldi. Che, però, non trovano l'accordo. In assenza di intesa, l'Autorità portuale non può far altro che revocare la concessione, mossa che viene ufficializzata nel Comitato portuale del 15 ottobre del 2003.

Ma, attenzione: non viene revocata la concessione al Consorzio Multipurpose, bensì solo la parte che fa capo a Terminal Multipurpose e che operava su 245.000 metri quadrati. Al Centro Servizi Derna rimangono circa 20.000 metri quadrati. Si avvia quindi la gara per la riassegnazione dei 245.000 metri quadrati. Msc è in pole-position ma, ed è storia oramai nota, Giovanni Novi stoppa la gara e trova l'accordo che sposta Msc a Bettolo, lasciando il Multipurpose a Tirrenia, Scerni, Spinelli (che così amplia il Derna), Clerici e Messina.

Questo spezzatino però, oltre ad essere sotto la lente della magistratura, è stato dichiarato nullo dal Tar. E per questo che Spinelli invoca il ritorno a cinque anni fa, spiegando che lui è il titolare del 100% del Consorzio Multipurpose avendo rilevato, così dice, tutte le quote eccedenti il suo 50%. Ma la concessione, oramai, era stata revocata e non risultano ricorsi presentati contro la decisione del Comitato del 2003.

Tags: inchiesta, porto, porto di genova, multipurpose

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