La Liguria si aggrappa alle poltrone

Tagliamo i costi della politica, ma quelli degli altri. Riduciamo il numero dei consiglieri regionali, ma non dei nostri.
Era dicembre quando in Liguria venne annunciata una modifica dello statuto regionale: i consiglieri non potranno essere più di quaranta, mentre adesso possono arrivare a cinquanta. Una proposta che ottiene un coro di sì e l'appoggio di tutti i partiti. Una riforma che avrebbe fatto risparmiare la bellezza di 1,1 milioni l'anno. Passate, però, alcune settimane ecco che dal palazzo del consiglio regionale escono come un soffio le prime voci di corridoio: "La riforma si è impantanata". Incrociando la riduzione del numero dei consiglieri con la riforma del sistema elettorale, in molti - a destra come sinistra - si sono resi conto che rischiavano di restare senza rappresentanti in Regione. Così è cominciata la melina: richieste di chiarimenti, precisazioni, polemiche. La sforbiciata ai consiglieri rischia di restare sulla carta. Oddio, in teoria tutti la appoggiano, si scagliano sulla riforma del sistema elettorale, ma il risultato non cambia. E dietro le porte delle commissioni o dei gruppi c'è chi racconta di un esponente del Pdl che si è lasciato scappare: "Noi siamo per la riduzione dei parlamentari, non dei consiglieri regionali". O del consigliere di sinistra che è sbottato: "Dopo il Parlamento spariremmo anche dalla Regione, ci restano le bocciofile". Poi fuori, davanti a taccuini e microfoni si spara contro lo sbarramento al quattro per cento e i premi di maggioranza. Il cittadino medio alza bandiera bianca, non capisce più nulla.
Pensare che la proposta del presidente del consiglio regionale, Giacomo Ronzitti, avrebbe ridotto del 14 per cento le spese (già calate di un milione di euro dal 2005 a oggi). Spiega il presidente della Regione, Claudio Burlando, tra i sostenitori della proposta: "I consiglieri che attualmente possono arrivare fino a 50 sarebbero ridotti a 40". Non solo, aggiunge Burlando: "Verrebbero ridotti gli assessori da 12 a 10. Di questi solo 4 potrebbero essere esterni, cioè non eletti in consiglio". Così sarebbe molto più difficile quella sorta di rimpiattino di chi, come l'assessore all'Urbanistica Carlo Ruggeri, appena eletto in consiglio si è dimesso ed è diventato assessore facendo posto a un compagno di partito. Ancora: i consiglieri avrebbero diritto al vitalizio (una sorta di pensione) soltanto dopo i 65 anni, mentre oggi ne bastano 60. Ed ecco il tocco finale: "E' previsto un vincolo di mandato che impedisce di mutare troppo facilmente gruppo", raccontano in Regione. Così, sarà per motivi economici, per il timore di perdere la poltrona o per il legittimo desiderio di essere presenti in consiglio... alla fine la riforma ha cominciato ad arrancare.
Intanto la parola "casta" che sembrava sepolta ha ricominciato a circolare sui blog liguri. Così Burlando, che si batte per ridurre i consiglieri, si trova sul banco degli imputati per gli spot che da un anno lo vedono protagonista su televisioni e radio locali. "E' incredibile - sbotta Gianni Plinio, consigliere di An - Burlando è in difficoltà nei sondaggi e si fa pubblicità in vista delle prossime elezioni. In un anno Burlando ha speso 4 milioni di euro pubblici per comunicazione e rappresentanza, di questi ben 1,2 milioni di euro sono stati utilizzati per spot su televisioni e radio in cui compare sempre il presidente della Regione. Soldi che potevano essere investiti per scuole, anziani o impianti sportivi". La Regione replica: "Si tratta di spot informativi utili ai cittadini, la legge che li autorizza è stata voluta dal centrodestra".
Il contagio, però, non è finito. E ha toccato anche la Provincia e quei 7.000 euro stanziati dal consiglio per mandare tre membri (due di maggioranza e uno perfino del Pdl) al Social Forum in Brasile. Gli stessi che erano andati in Svezia per il forum europeo. All'ultimo istante la missione è stata annullata. Se tutte le province mandassero tre persone, avremmo una delegazione di 327 consiglieri, per un costo di 800.000 euro. Ma Alessandro Benzi di Rifondazione difende la trasferta. Spiega perché: "E' un'occasione per conoscere altre esperienze. E porta vantaggi superiori alla spesa: abbiamo ottenuto 400mila euro di finanziamenti grazie a un programma conosciuto al Social Forum".
Ma i blog ormai sono scatenati: "Non cambia mai niente". Qualcuno ricorda la delibera del comune di Genova del 2006 che votava "di mantenere alla disponibilità della Civica Amministrazione, per compiti d'ufficio e di rappresentanze istituzionali, un congruo numero di posti della tribuna d'onore dello stadio di Marassi". Insomma, i consiglieri votarono per andare allo stadio. Da destra a sinistra tutti d'accordo.