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Avanti c'è posto... anche per la Follini (anche tra i 15 indagati a Catanzaro)

Prodi nei suoi interventi al Senato per la fiducia ha sottolineato che per il mezzogiorno ci sono i finanziamenti e le infrastrutture; 123 miliardi di euro nel piano del governo con i fondi dell’Unione Europea dal 2007 al 2013. E si è dimenticato di citare quanto grazie alla “nuova Cassa per il Mezzogiorno” (alias i fondi europei, governativi o regionali) è già stato fatto, ad esempio per la sua “terra prediletta”, la Calabria : dal 2001 al 2006 l’Europa ha rovesciato in Calabria 1 miliardo di euro, ed il Governo e la Regione altri 4 miliardi di incentivi alle imprese. Nei prossimi 7 anni arriveranno dall’Europa 7 miliardi di euro” (dati forniti ad Anno Zero da Marco Travaglio)...


Prodi si è dimenticato di dire che ci sono due bazzecole in questa storia, che danno quel sur plus alle banconote: il primo è la mafia ed il secondo è la corruzione e la collusione tra politica, affari e mafia. La lotta alla mafia come priorità nazionale non è stata minimamente indicata dal Presidente del Consiglio re-incaricato (si usa dire così una volta) e non ha nemmeno parlato, pur citando più volte la “necessità di portare a compimento la transizione iniziata nei primi anni novanta”, della corruzione politica, nelle istituzioni a tutti i livelli, dal Comune al Governo, passando per Regioni, Province ed Enti e Aziende speciali. Due “quisquilie” che continuano a mangiarsi i soldi che l’Unione Europea e il Governo italiano investono per uno sviluppo che mai si sbloccherà finché esisterà la mafia e finché vi sarà la possibilità di corrompere ed essere corrotti o collusi nelle Amministrazioni (eletti e funzionari) pubbliche. (Forse anche questo è per dimostrare la “discontinuità” con il governo precedente, sic!)
Intanto continuano, grazie a magistrati che esercitano l’azione penale a 360° gradi secondo il loro dovere, ad infoltirsi le fila degli Onorevoli Wanted, sia nel Parlamento nazionale che in quelli regionali e nelle più piccole istituzioni comunali e provinciali. Prendiamo le novità che vengono dalla Calabria, la “terra prediletta” del Premier e la terra d’origine della più potente organizzazione mafiosa, la ‘ndrangheta. Nella regione le “larghe intese” le hanno fatte, nel senso che nel Consiglio Regionale siede, tra i banchi dei consiglieri e della giunta, una maggioranza trasversale fatta di inquisiti, imputati, condannati, prescritti o agli arresti. Uomini di centro-destra e uomini di centro-sinistra, a partire dal Presidente del Consiglio Regionale, Giuseppe Bova – uomo forte dei DS del ViceMinistro degli Interni, Marco Minniti-, condannato dalla Corte dei Conti, al Presidente della Giunta, Agazio Loiero – democristiano doc di lungo corso -, indagato dalla Procura, passando per consiglieri e assessori arrestati-imputati-indagati-prescitti per reati contro la pubblica amministrazione, truffe, sottrazione di fondi comunitari ed anche, naturalmente, collusioni con la ‘ndrangheta (di questo avevamo già parlato - vedi qui).
Tra le ultime indagini, di questi giorni, partite dalla Calabria - oltre a quella della Direzione Distrettuale Antimafia che vede tra gli indagati Maria Grazia Laganà, vedova Fortugno - vi è quella che coinvolge un senatore della Repubblica,
Pietro Fuda, prima del Polo di Berlusconi poi, amico di Loiero, passato con il Centro-Sinistra (vedi qui la sua scheda tratta da Wikipedia) per il reato di associazione mafiosa. Sempre da Catanzaro è partita un indagine sulla Basilicata relativa all’attività di un illecito “comitato d’affari”. Qui tra i 15 indagati vi sono politici, magistrati e imprenditori, la solita “mala” della società bene locale. Come già per l’indagine sulle collusioni ed affari sporchi a Vibo Valentia, che coinvolgevano magistrati, politici, avvocati e mafiosi, anche in questo caso la Magistratura tiene fede al principio dell’uguaglianza davanti alla legge ed indaga, arresta e processa anche i colleghi (ma non erano una casta che si auto-assolve? sic!). Insieme alle perquisizioni degli Uffici del Procuratore della Repubblica e del Presidente del Tribunale a Matera, e di altri alti magistrati a Potenza. Tra i politici indagati vi è il senatore Nicola Buccico dei DS, sottosegretario del Governo Prodi per lo “sviluppo economico” (mai incarico più azzeccato!). Ma tra i quindici c’è posto anche per Elisabetta Spitz (moglie di Marco Follini) nominata Direttore dell’Agenzia del Demanio dal Ministro Padoa-Schioppa il 2 febbraio 2007. E vai…aspettiamo i prossimi, tanto c’è posto e siamo in piena "discontinuità" (dicono!)

 

 

Tags: inchiesta, follini, elisabetta spitz, demanio

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