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Su Andreotti dire la verità è "contestare" e ti tappano la bocca

andreotti_genova.jpg"Hai diritto di parlare liberamente
Finchè non sarai abbastanza stupido
Da provarci davvero"

Joe Strummere - The Clash



Contestare: Negare, contrastare / Mettere in dubbio / Sottoporre a critica radicale.

[dal vocabolario Zingarelli]

"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione..."
[Costituzione della Repubblica Italiana, Articolo 21]


"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali..."

[Costituzione della Repubblica Italiana, Articolo 3]

Ma nel Paese reale no! Tutto perde di senso, i diritti ed il significato delle parole viene rovesciato.

Giulio Andreotti è un mafioso, sodale di Cosa Nostra, sino alla primavera del 1980. Lo dice una sentenza definitiva dell'Autorità Giudiziaria. E' una sentenza pubblica, emessa nel nome del popolo italiano.

Questa verità è stata rovesciata. Giulio Andreotti è presentato da media e politica come un innocente, un perseguitato, vittima di un calvario giudiziario. Questa è la bufala trasformata in "verità" dal Potere.

Dire cosa c'è scritto in quella sentenza - confermata dalla Cassazione - o distribuire estratti e dispositivo della stessa , invitando a leggerla e quindi rendersi conto che dice chiaramente quali siano le responsabilità gravissime e penalmente rilevanti di Andreotti e che ha portato la magistratura a sancire che il sentore a vita abbia commesso il delitto di associazione mafiosa con Cosa Nostra, è diventato "contestare". Dire la verità, farla conoscere e fare delle domande all'interessato è proibito nei fatti.

Non solo. E' grave che agenti delle forze dell'ordine, assoggettati al Potere di quelle alte uniformi in prima fila a celebrare Andreotti il mafioso prescritto (e loro, le alte uniformi, non possono non sapere e conoscere quella sentenza!), cerchino di impedire, tappando la bocca nel vero senso del termine, a chi vuole semplicemente dire quello che è scritto in una sentenza della magistratura, lungo una pubblica via o in un incontro pubblico.

E' grave perché i sodali di Andreotti sono quelli che hanno ordinato e commesso omicidi, che hanno deciso gli omicidi di agenti e magistrati, tra cui quel Generale dell'Arma dei Carabinieri, Carlo Alberto Dalla Chiesa che scoprì quei legami tra mafia e Potere legale-istituzionale, e per questo fu isolato e poi barbaramente ucciso.

Non si può concedere ad alcuni, ai giornalisti asserviti o a sudditi volontari, di avvicinarsi per genuflettersi all'uomo delle massonerie e delle mafie per porre domande innocue ed invece bloccare, usando anche violenza privata, cittadini liberi che civilmente vogliono porre altre domande e ricordare la verità dei fatti accertata dalla Magistratura.

Il nostro dovrebbe essere uno Stato di Diritto. Uno Stato in cui l'informazione è libera e racconta i fatti. Dovremmo essere in uno Stato in cui Andreotti responsabile accertato di associazione mafiosa con Cosa Nostra viene messo in disparte. Siamo in un Paese dove Andreotti gira l'Italia a parlare di "valori cristiani" e del "diritto alla vita", da banchi con la bandiera dello Stato Vaticano ed alti prelati al suo fianco. Eppure la Chiesa è contro la morte, è contro le mafie, questo - almeno - era il messaggio - anche nell'Enciclica - di Giovanni Paolo II. Ma anche qui alcuni pezzi dimenticano in fretta, rovesciano la realtà. Hanno dimenticato padre Puglisi, o i martiri della Legalità, proclamati della Chiesa stessa, come Paolo Borsellino e Rosario Livatino.

Andreotti ha la coscienza intrisa del sangue di Piersanti Mattarella, democristiano onesto, presidente della Regione Sicilia che si opponeva al compromesso ed alla connivenza con la mafia (e quindi si opponeva alla corrente andreottiana dei Lima e Ciancimino), ed è stato ucciso. Lui sapeva, ha taciuto prima, quando una sua denuncia avrebbe potuto bloccare quell'omicidio ed ha taciuto dopo, omettendo di denunciare i boss di Cosa Nostra che avevano deciso (e detto a lui) che Mattarella sarebbe stato eliminato.

Ed invece siamo il Paese dove Andreotti è santo. Dove il suo potere è intatto, garantito dai segreti che custodisce sui grandi misteri della Repubblica, dai ricatti. Siamo nel Paese che usa le forze dell'ordine per tutelare questo potere corrotto e mafioso che ha trucidato tanti servitori dello Stato onesti, loro colleghi.

Noi, lo ribadiamo a tutti loro: il futuro non è più nelle vostre mani complici... conosciamo i nostri diritti ed andiamo allo scontro con questo sistema marcio che vuole rubarci il futuro.

LEGGI IL COMUNICATO STAMPA SULL'ACCADUTO
con i link a sentenza e volantino



L'anatema contro la mafia di Giovanni Paolo II
Agrigento 9 maggio 1993


 

Tags: cosa nostra, sentenza, andreotti, giulio andreotti, prescritto, colpevole, bavaglio

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